Stamattina Luca De Meo CEO di Renault, nella trasmissione Omnibus di La7, ha rilasciato una intervista molto interessante per comprendere quello che sta affrontando il settore auto e come dovrebbero, realmente, essere pensati gli aiuti di Stato.
Sul mio personalissimo cartellino (cit. Rino Tommasi) nel panorama del top management mondiale dell’auto spiccano due figure tra tutti: Carlos Tavares (CEO di PSA e prossimamente di STELLANTIS) e Luca De Meo attuale e recentissimo CEO di Renault.
Al netto della loro indiscutibile capacità manageriale e visione strategica, sono due manager accomunati da un filo comune, una stessa scintillante caratteristica: la passione pura, semplice, genuina per l’auto. Una passione viva, intatta, anche per le competizioni e le sfide sportive che rappresentano una narrazione necessaria per coccolare quella temperatura emotiva utile ad alimentare e mantenere viva l’attenzione verso un Marchio.

Bene, questa mattina, sugli schermi di La7 Luca De Meo ha espresso dei punti di vista assolutamente innovativi circa il futuro prossimo del mercato e la necessaria cooperazione tra le amministrazioni pubbliche e l’industria automobilistica in merito alla transizione energetica che il settore auto sta affrontando.
L’EFFETTO MOLTIPLICATORE DELL’INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA
Prima di parlare e decidere su un settore così strategico come quello dell’auto è cruciale conoscere e comprendere quali numeri il comparto è in grado di generare e Luca De Meo, parlando della responsabilità che un CEO ha sul destino anche di centinaia di migliaia di persone, evidenzia come questo settore sia in grado di generare:
“ … un moltiplicatore tra il numero di lavoratori che hai all’interno e l’indotto che crei che arriva a sei/sette. Vuol dire che per ogni lavoro che tu crei all’interno dell’azienda automobilistica se ne creano sei o sette fuori. Ecco, questo rapporto 1 a 7 è evidentemente la nostra responsabilità rispetto al contesto. La responsabilità di prendere le giuste decisioni per creare valore non solo in azienda, ma anche fuori”
IL MERCATO DELL’AUTO USATA CRESCE. ULTERIORE CRITICITA’ PER UN RICAMBIO NECESSARIO
Frediano Finucci, conduttore della puntata di oggi di Omnibus, sottolinea il dato di un mercato dell’auto fortemente ridimensionato a livello globale con una crescita notevole del mercato dell’usato a tutto svantaggio di quello del nuovo.
Per De Meo se da una parte la pandemia ha tolto sicurezza agli utenti del trasporto pubblico che, per muoversi con maggiore tranquillità, hanno velocemente ripiegato su acquisti di usato economicamente meno impegnativi, dall’altra l’industria dell’auto sta vivendo una trasformazione importante con la transizione energetica e con i Costruttori impegnati a investire tanti miliardi per proporre vetture a basse emissioni o a emissioni zero. L’obiettivo è certamente quello di richiamare interesse del consumatore verso questi prodotti più moderni e al passo con le esigenze di oggi, ma non sarà facile. Secondo Luca De Meo, il mercato tornerà a livelli pre-Covid non prima del 2022/2023.
SPOSTARE IL FOCUS DEGLI INCENTIVI statali.
Ma è parlando in merito agli incentivi che Luca De Meo propone la sua valutazione più intrigante e significativa: gli incentivi lanciati da tutti i Paesi non stanno dando i risultati attesi. Se l’obiettivo era accelerare sul rinnovamento del parco auto, la cosa non sta succedendo in nessun Paese e stiamo, anzi, osservando un progressivo invecchiamento del circolante. Queste misure si stanno dimostrando piuttosto inefficaci nell’innescare questa domanda di massa.
Tuttavia questi contributi così massicci rappresentano un grande aiuto perché costruire vetture ibride ed elettriche è estremamente costoso e quindi, in un’ottica di breve periodo, sono contributi che, in qualche maniera, compensano il costo del cambio di tecnologia.
E qui però che scatta la riflessione importante:
“ … sono convinto che i soldi dovrebbero essere messi un pochino più a monte della catena del valore per spingere la ricerca e l’innovazione. Varie analisi che abbiamo fatto spiegano che l’idea di mettere soldi sulla parte superiore della catena potrebbe avere un moltiplicatore molto più potente. L’Europa ha bisogno di innovare …”
RENDERE GLI INCENTIVI PIU’ EQUI
Ottima la domanda del collega Finucci sulla sperequazione intrinseca di questi incentivi e del modo con cui sono stati pensati: ci sono forti contributi per l’auto elettrica che, di fatto, appartiene ad un target che potrebbe comunque permettersela e zero attenzione verso quelle categorie che potrebbero, invece, approfittarne per rinnovare il loro parco che è il più anziano (ed inquinante).
Luca De Meo nel condividere questa analisi ritiene che una delle maniere più furbe per rendere profittevoli questi incentivi è proprio nel concentrarli per agevolare il passaggio da vetture Euro 1/2/3/4 a Euro 6
“…il mercato dell’usato è tre volte quello del nuovo, per cui questo potrebbe avere un effetto importante sull’età media del parco. Questo è quello che conta. Politiche che, alla fine, il regolatore e le autorità pubbliche, fanno fatica ad accettare. Si guarda sempre al nuovo. La gente che compra ibrido ed elettrico il potere d’acquisto ce l’ha”.
LE INFRASTRUTTURE DI RICARICA UNICO PUNTO DI SVOLTA
La crescita dell’elettrico e dell’ibrido plug-in, al netto degli incentivi statali, sta poggiando soprattutto sugli acquisti spontanei di chi ha la possibilità di gestirsi la ricarica in casa tramite wall box. Arriverà il momento che per continuare a sostenere la crescita sarà necessaria una infrastruttura pubblica ben innervata e presente su tutto il territorio, ma di chi sarà la responsabilità principale di questa implementazione? Autorità pubbliche, aziende energetiche o Costruttori?
Sul tema delle infrastrutture Luca De Meo osserva che negli ultimi mesi lo sviluppo del mercato dell’elettrico sta andando più veloce di quello dello sviluppo della infrastruttura e questo non solo in Italia
“ … molto velocemente ci ritroveremo in una condizione in cui noi saremo capaci di vendere le auto elettriche e la gente non sarà in grado di caricarle. Quello che invoco è un’accelerazione trovando tutte le soluzioni in un ecosistema, in un lavoro di squadra. Pensare di chiedere ai Costruttori di sviluppare anche le infrastrutture risulterebbe abbastanza complicato sia in termini di capacità, di esperienza, ma anche di risorse, che abbiamo messo e stiamo mettendo nello sviluppo dei prodotti”
EMOZIONE E DIALOGO. IL SUCCESSO DEI PRODOTTI DI MARCA
Per Luca De Meo emozione e dialogo rappresentano i due capisaldi sui quali costruire il percorso di un Marchio. Emozione per differenziare, rafforzare l’immagine di marchio, appassionare e Dialogo per personalizzare il rapporto, fidelizzare, distinguersi. Renault sta rispondendo a questo tipo di visione con una nuova generazione di prodotti che punteranno ad aumentare l’immagine complessiva del Marchio:
“ … una Renault popolare certamente, ma creativa e orientata al design, capace di portare nella conversazione della modernità tecnologie e personalità…” .
Non crede all’automobile come una semplice commodity, Luca De Meo. L’auto come desiderio non è finita, il messaggio che si riceve è totalmente differente da una considerazione che vede l’auto poco incline a solleticare l’immaginario collettivo dei giovani.
“… l’unica cosa è che si sta spostando in avanti, come in tante cose nella vita, il momento in cui uno acquista la prima auto e quindi il momento in cui prende la patente.”
IMMAGINARE UN NUOVO RAPPORTO DEL CLIENTE CON L’AUTO
C’è un passaggio importante per rinnovare questo rapporto del cliente con l’auto, per rivitalizzarlo, per alimentarlo di partecipazione spontanea e interesse ed è attraverso i servizi.
“… con i servizi andiamo oltre il veicolo fisico ed è quello che ci stiamo preparando a fare e ne parleremo da gennaio. Ci sono molte possibilità, grazie alla tecnologia, di reinventare l’automobile, la mobilità ed è divertente farlo”.
Ed è proprio nel divertimento di questa sfida, oltre alla sua titanica difficoltà, che troviamo la cifra di Luca De Meo, manager preparato ed appassionato. E si sa, la passione è in grado di innescare vere e proprie rivoluzioni.