Quali sono gli autodromi più coinvolgenti da guidare? La mia personalissima graduatoria
Una classifica degli autodromi più belli, coinvolgenti, elettrizzanti da guidare? Quelli che fissano la differenza tra i piloti bravi e i fuoriclasse? La pensavo da tempo, ma nel mio personalissimo cartellino non avrei potuto attingere ad una vasta esperienza diretta se non ci fossero stati iRacing e Assetto Corsa Competizione a farmi conoscere dei veri e propri templi della guida
Eh sì perché se c’è una cosa sui simulatori che mette tutti d’accordo è la loro indubbia capacità a farti conoscere nuovi circuiti. Per quanto mi riguarda in Italia li ho guidati praticamente tutti, mentre in Europa ho avuto (brevi) esperienze su cinque/sei sparsi tra Germania, Belgio, Inghilterra e Francia e allora cosa c’è di meglio che infilarsi dentro un sim per scoprirne di altri? Alla fine una mia personalissima idea me la sono fatta e questa è la mia classifica ragionata
1. Nurburgring Nordschleife
Non poteva essere diversamente, l’inferno verde rappresenta il riferimento assoluto per qualunque pilota, sia gentleman driver che professionista. Lungo i 22,834 chilometri e le sue 172 curve si sono formati e corrono ogni domenica centinaia di piloti di tutto il Mondo. La mia esperienza si limita a meno di 10 giri complessivi fatti con Renault Mégane RS Trophy e Seat Leon Cupra, un niente per comprendere bene la pista e poterne svelare i trucchi. Su iRacing, però, ne ho collezionati ben di più tanto da issare decisamente in testa al mio cartellino personale questo circuito.
Voto: 10 e lode
2. Spa-Francorchamps
Al secondo posto del mio personalissimo cartellino ci metto il mitico circuito belga che, al pari, del Ring ha scritto pagine epiche della storia del motorsport. Diversi anni fa ebbi la fortuna di girarci per una giornata intera con un prototipo Lucchini è il passaggio più cruciale è stato la compressione dell’Eau Rouge e lo scollinamento del Raidillon. Poi ho imparato alcuni trucchi per meglio guidare lungo i 7 chilometri del circuito su iRacing e, confrontandomi con i piloti esperti della pista, ricevendo anche puntuali conferme di come sia un allenamento eccellente collezionare giri su giri in virtuale e di come coincidano determinati approcci anche nella situazione reale. Ottimo.
Questa combinazione non si trova in nessun altro circuito al mondo. Sul Nordschleife, per esempio, le vetture spanciano nel passaggio al Fuchsröhre, ma lì non ci sono le forze laterali che trovi a Spa. Ci arrivi dopo una discesona con una pendenza del 15%, poi la piega a sinistra e, subito dopo una veloce curva a destra che ti catapulta in una salita con una pendenza del 18% dove il quasi nulla che vedi diventa, per un breve istante, solo cielo e cime degli alberi. Qui non devi solo imparare il migliore approccio, ma devi negoziare con il tuo cuore.
Voto: 10
3. Mount Panorama
E’ uno dei circuiti più veloci, tecnici e micidiali del panorama mondiale. Si trova in Australia e l’ho guidato su Iracing e Assetto Corsa Competizione. Il video, veramente da non perdere, è la descrizione molto emozionante della pista da parte di Mark Larkham pilota e, adesso, commentatore TV.
Anche se l’estremità inferiore è piuttosto squadrata , la lunghezza di questa pista, la salita richiesta per arrivare in cima, la straordinaria serie di curve attraverso la montagna e poi la corsa in discesa fanno di Mount Panorama una delle piste che i piloti di tutto il mondo considerano più emozionanti e complessi da guidare.
Voto: 9 e mezzo
4. Autodromo del Mugello
Di autodromi spettacolari in Italia ne abbiamo diversi, tra questi certamente al primo posto io metto l’Autodromo del Mugello. Oltre cinque chilometri di allunghi, curve e controcurve tecniche e impegnative. La Casanova-Savelli, una chicane destra-sinistra in discesa che devi percorrere in crescendo costante cercando di uscire pulito e pronto per impostare la doppia dell’Arrabbiata. Poi la staccatona della S. Donato o la doppia Luco, Poggio Secco. Un circuito tecnico, veloce e adrenalinico come tutti quelli che appartengono alla … vecchia scuola
Voto: 9
5. Silverstone
Anche se, sul mio cartellino, lo piazzo al quinto posto, lo paragono, a livello di piacere, difficoltà e adrenalina al Mugello. Ci ho corso con la Maserati strappando un quinto posto finale dopo aver ereditato la macchina da un Ivan Capelli che per tutto il suo stint aveva battagliato per la prima posizione sempre con un pilota italiano di grande spessore: Diego Alessi. Per regolamento non si potevano cambiare i pneumatici e il mio stint di 30 minuti lo terminai con le gomme sulle tele (o poco meno). Il punto più caratteristico? Senza ombra di dubbio la sequenza velocissima delle Magotts, Becketts e Stowe, ma anche la Stowe, piega veloce a destra subito dopo il via da fare sulle uova e, magari, con delle gomme anteriori non finite.
Voto: 9
6. Autodromo de la Sarthe (Le Mans)
Per il fascino immenso derivante dalla gara più importante che si corre ogni anno, la leggendaria 24 Ore di Le Mans, questo circuito meriterebbe di issarsi al primo posto ex-aequo con il Nordschleife. Dal punto di vista tecnico ha una serie di curve molto complesse come la “S de la Foret” che ti inganna spesso perché pensi di farla sempre troppo piano, ma quando provi a portare dentro maggiore velocità ecco che ti trovi contro le barriere. Le chicane lungo le Hunadieres non sono particolarmente impegnative, la loro funzione è costringerti a frenare e basta così come Mulsanne che si approccia dopo una frenatona intensa. Quelle emozionanti sono le Virage Porsche che si percorrono tutte in quarta e molto velocemente. Una serie che richiede molta attenzione per non uscire di strada. Ovviamente tutto questo lo so per aver corso non una, ma ben due 24 Ore. Su iRacing.
Voto: 9
7. Autodromo di Imola
Come per l’Autodromo del Mugello e Spa Francorchamps, anche il Circuito Enzo e Dino Ferrari lo ascriverei tra i grandi circuiti europei che hanno fatto la storia di questo sport. Lungo i 4.909 metri c’è il meglio per una guida tecnica. L’attacco delle “Acque Minerali”, la frenata e la percorrenza della “Variante Gresini”, la discesa e la frenata alla “Rivazza”. Passaggi che rimangono bagaglio di esperienze e sensazioni forti per ogni pilota.
Voto: 9
8. Autodromo di Vallelunga
Tra i tantissimi, splendidi circuiti mondiali, sul mio personalissimo cartellino c’è anche l’Autodromo di Vallelunga. La sua forza non è solo in un layout del tracciato che abbina magnificamente una parte molto veloce e una molto guidata, ma anche una struttura complessiva che, grazie anche ad una gestione piuttosto consapevole, ha trasformato un “semplice” autodromo in un vero e proprio ecosistema dedicato al motorismo da corsa e alla guida. Oltre all’autodromo c’è la pista per la guida sicura, un centro congressi e eventi, una pista fuoristrada perfino un circuito per le auto radiocomandate. Manca quello per il kart, ma non è detto che non verrà creato presto.
Con l’allungamento, di diversi anni fa, a oltre 4 chilometri il circuito guadagna un importante allungo subito dopo la Cimini che termina con una frenata insidiosa, per la curva Campagnano, leggermente in salita che nasconde il giusto punto di staccata, ma perde il brivido e la complessità della curva Trincea che adesso si fa in pieno. Sempre da pelo il Curvone e bellissima la percorrenza della doppia Cimini.
Voto 8
È una classifica strana se Suzuka la vado a inserire dopo Vallelunga. Ciò che rende un circuito bello è certamente la sua complessità nel guidarlo, la sua specificità tecnica, la sua storia, la longevità, finanche il luogo dove si trova, è un mix di tutto questo, ma è anche l’insieme delle sensazioni e dei ricordi che un autodromo ti regala. E, come si sa, l’aspetto emotivo si attiva molto prima di quello cognitivo. Vallelunga rappresenta, per me, la pista dove ho vissuto le grandi gioie, le profonde delusioni e le speranze che sono proprie di chi ha sognato e percorso, per un pezzo della sua vita, l’obiettivo di fare, del pilotaggio, una professione.
9. Autodromo di Suzuka
Parlando di Suzuka, che ho imparato a conoscere su iRacing, la sua più grande caratteristica è un layout variabile di ben 8 configurazioni che sono state progettate e realizzate oltre 50 anni fa. Da allora nessuna variazione. E questo è già una cosa affascinante di per sé. Il percorso principale di circa 6 chilometri è idealmente diviso in due parti. La prima molto tecnica con una serie di curve e controcurve e la seconda metà molto veloce. Suzuka appartiene a quella ristretta famiglia di autodromi dove l’errore si paga con il muro. La combinazione delle sue Esse è una delle sequenze più belle del mondo e curve come la Spoon e la 130R spiccano come passaggi che valgono piccole, grandi racconti di audacia automobilistica.
Voto: 9
10. Autodromo di Monza
Ultimo, ma non ultimo (parafrasando un detto inglese di shakespeariana memoria) il Tempio della Velocità. Difficile questa mia personalissima classifica perché non è e non vuole essere una classifica valoriale, ma solo l’insieme delle sensazioni che, nella vita reale o in quella virtuale del simulatore, guidare questi autodromi spettacolari mi hanno regalato.
Monza è velocissima, ma qualche volta mi sono sentito dire che, in fondo non è tanto tecnica e complessa. Mica vero: la staccata e la percorrenza della Prima Variante, idem per l’approccio della Roggia, l’uscita alla Seconda di Lesmo per non parlare della Ascari, fondamentale per fare il tempo. Lì mi sono insabbiato proprio per inseguire un bel crono che mi stavo guadagnando nella difficile Coppa Clio. Monza appartiene a quelle esperienze che chiunque pilota dovrebbe fare.
Voto: 8 e mezzo
A prescindere dal mio punto di vista, nel mondo ci sono circuiti pazzeschi, altri molto raffinati, ma più algidi, una cosa è certa: sono nel Vecchio Continente i circuiti che hanno scritto la storia delle corse automobilistiche, nel Vecchio Continente e qui da noi, in Italia quelli disegnati per correre e per vivere. Di coraggio.