Spesso dietro la storia di un successo c’è quella di una ripartenza. La sconfitta è l’inizio di un cambio di passo. Spesso è così, per chi ha voglia e talento, e così è stato per Volvo
Sono al Volvo Studio di Milano per una serata che vuole essere una celebrazione del recente premio Car of The Year vinto, al Salone di Ginevra, dalla Volvo XC40.
[dropcap]T[/dropcap]u la guardi, la guidi, la apprezzi, l’acquisti, ma tendiamo a dare per scontato che dietro un’auto di successo, magari riconosciuta internazionalmente da un Premio come questo, c’è un lavoro di gruppo, intenso ed appassionante. Ogni modello si porta dentro un continuo intreccio di storie di persone accomunate tutte dallo stesso obiettivo, ogni auto racconta un mix di emozioni, scenari, paure e aspirazioni che, troppo spesso, poco importa e che invece è appassionante conoscere e scoprire perché e proprio attraverso il raccolto di queste emozioni che un Marchio prende corpo nell’immaginario di ognuno di noi.
È un po’ questo il senso della serata al Volvo Studio. Partire dal premio COTY 2018 per ripercorrere a ritroso gli anni di Volvo dove, anche le difficoltà di una strategia aeriforme, hanno contribuito a rendere il gusto della vittoria ancora più deciso.
Nel decennio 1999-2009 Volvo era parte del Premier Automotive Group di Ford insieme a Jaguar e Land Rover. Un progetto che, di fatto, mai decollò, con una confusione nella gestione che non aiutò i Marchi coinvolti a crescere con una loro precisa identità. La grande crisi del 2008 che investì, come uno tsunami il mondo dell’auto, disgregò una coalizione, di fatto, mai nata. Da una parte Land Rover e Jaguar e dall’altra Volvo che nel 2007 vantava 458.323 unità vendute ridottesi, alla fine del 2009, a 334.808 unità.
Ad agosto del 2010 la sorpresa di un acquisto da parte del Gruppo cinese Zhejiang Geely Holding che paga 2 miliardi di dollari alla Ford Motor Company.
[blockquote text=”La Volvo di oggi rispetto a quella di allora è l’estremizzazione in avanti di quello che Volvo è sempre stata: attenzione maniacale alla sicurezza, all’innovazione. La cosa straordinariamente differente rispetto al passato è che tutto ciò, adesso, viene sviluppato con grandi capitali alle spalle, ma nel rispetto assoluto verso la filosofia e l’etica di questa Società” signature=”Michele Crisci | Presidente e Amministratore Delegato Volvo Auto Italia”]I paradigmi di Volvo, quindi, sono gli stessi di sempre, ma con una volontà, da parte della nuova proprietà, di darne slancio definitivo sul mercato mondiale.

Dopo 8 anni dall’entrata del capitale di Geely i risultati sono strabilianti: produzione dell’ultimo triennio in costante crescita (oltre 503.000 unità nel 2015, oltre 534.000 nel 2016 e oltre 571.000 nel 2017 con una proiezione 2018 di 630.000 unità), aperture di nuovi stabilimenti sia in Cina che, imminente, negli Stati Uniti (South Carolina) con un incremento anche dei posti di lavoro in Svezia (Torslanda) ed in Belgio (Ghent).
Una crescita costante ed equilibrata (diffidare sempre dai picchi immediati) che significa, in termini di utile operativo, ben 1,4 miliardi di dollari con un MOL (Margine Operativo Lordo) del 6,7% che vuol dire una redditività sul capitale investito che fa ben sorridere Geely Holding.
Ma non è stata un’autocelebrazione sui numeri, questa serata al Volvo Studio, ma il racconto di un cammino fatto anche di paure e scetticismo.
[blockquote text=”Quando venimmo acquistati da un grande gruppo cinese nel 2010 io avevo le stesse perplessità che avevano tutti i dirigenti Volvo, la stampa mondiale, ecc. Saremmo stati capaci a mantenere il nostro DNA, gli investimenti, la qualità? Bastarono cinque minuti per farmi cancellare ogni dubbio, cambiare completamente idea. Il 2 agosto, poco dopo pranzo, successe una cosa, suonò il telefono del mio ufficio. Dall’altro capo del telefono Li Shu Fu (il titolare della Geely) mi chiamo, al pari di tutti gli altri importatori ufficiali, tutti, per prendersi la briga di assicurare che l’obiettivo di questo acquisto era quello di investire sul valore del Brand e farlo diventare il Marchio più importante del mondo negli anni a venire” signature=”Michele Crisci “]Alle volte la forma di un gesto basta a raccontarti un intero enorme progetto. Ed infatti, considerando il dopo, l’intenzione era quella.
Mi fermo qui, perché il racconto di questo passaggio, dell’euforia creativa, della certezza dei programmi, delle sfide passate, attuali e future e di tanto altro, sarà oggetto di una puntata del podcast di Motorsport Republic+ con Michele Crisci. Il racconto dei giorni immediatamente successivi all’entrata del capitale cinese e la “chiamata alle armi”di Shu Fu Li, proprietario della Geely Automobile, un uomo da un patrimonio personale di oltre 16 miliardi di dollari che si prende la briga, un primo pomeriggio d’estate di 8 anni fa, di chiamare personalmente tutte le filiali del Mondo per dire che Volvo diventerà uno dei Marchi più prestigiosi e forti del mercato. Vale la pena ascoltare il dopo di questa telefonata. Perché dietro ogni successo, dietro ogni auto, c’è sempre una storia bellissima da sentire.