Ho incontrato Jaime Puig, Direttore di Seat Sport, per parlare della crescita del TCR, dal punto di vista del Costruttore che, di fatto, l’ha ispirato e della Seat Motorsport diventata la manifattura per tutte le auto TCR del Gruppo. I programmi futuri e i numeri complessivi.
[dropcap]N[/dropcap]eanche tre intere stagioni agonistiche ed il TCR è diventato il riferimento assoluto della categoria Turismo. Indubbiamente per Marcello Lotti, ex direttore esecutivo del Mondiale Turismo WTCC , una gran bella soddisfazione soprattutto perché ha trovato l’appoggio convinto di diversi Costruttori ad iniziare dalla Seat che ha letteralmente ispirato la struttura regolamentare della Categoria.Jaime Puig è il Direttore Generale di Seat Motorsport l’antenna tecnologica dedicata alle competizioni. Si trova a Martorell. Un edificio tra tanti sparsi nei 2,8 milioni di metri quadri che rappresentano l’estensione complessiva della fabbrica Seat. Produzione, logistica, uffici. Lì, c’è anche la divisione racing che, da fuori, è indistinguibile dagli altri, ma al cui interno la meccanizzazione e quasi sospesa. Lì dentro il valore dell’accuratezza, dell’attenzione al piccolo dettaglio, della competenza spinta fino all’estrema specializzazione sono elementi miscelati con la passione per il motorsport, le competizioni e la voglia di vittorie. Passione come amalgama che standardizza la qualità.
Il successo del TCR ha ripagato con gli interessi l’impegno convinto di Seat che si è schierata a favore della formula sin dal primo momento con convinzione ed impegno. Adesso i numeri, a neanche tre anni compiuti dall’inizio della Serie, sono impressionanti e nella video intervista a Jaime Puig vengono dichiarati in tutta la loro dimensione.
[ads comp=”Motorsport Republic+” title=”L’intervista a Marcello Lotti ” desc=”La mia intervista a Marcello Lotti alla vigilia della stagione 2017. Un TCR in grande forma e con molte aspettative di crescita. ” text_link=”Marcello Lotti. ” link=”https://www.motorsportrepublic.com/tcr-series-sempre-piu-in-alto/” image=”https://cldup.com/RUBhFhpzJw.jpg”]Durante questi dieci minuti di intervista emergono anche dei punti importanti per focalizzare ancora meglio la portata di questa categoria e gli sviluppi futuri. Vediamoli:
La possibilità di attivare sinergie
In effetti anche in questo caso la questione sembra premiare innanzitutto il Gruppo Volkswagen. Dopo lo sforzo che Seat ha impresso all’espansione della Leon, prima come Cup e poi nella versione TCR, questa è diventata una piattaforma bella e pronta da cui partire per schierare anche VW Golf e Audi RS3. Di fatto la Seat Sport ha sviluppato insieme ai reparti racing di VW e Audi i rispettivi modelli ma con un risultato finale che non ha richiesto gli investimenti iniziali. La piattaforma è la stessa, la Golf monta lo stesso identico roll-bar della Leon, sull’Audi, invece, si sono adottate leggere differenziazioni per via del volume in più. E se la parte tecnica: chassis, drivetrain, impianto frenante e trasmissione è comune, l’indipendenza dei Marchi si è preservata nell’aspetto estetico dove i singoli centri design si sono concentrati sulla definizione delle linee esterne.
Questa possibilità di attivare sinergie tra Marchi è evidente che rappresenta un grande valore aggiunto per quei Gruppi multi marchio che potrebbero massimizzare immagine e profitti. Perché, a sentire i numeri incredibili raggiunti dal Gruppo VW con 400 TCR sfornate a Martorell, si fa fatica a non considerare questa categoria come una interessante occasione di fatturato.
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La migliore risposta per il Customer Racing
Il Motorsport ufficiale, se uno guarda i numeri complessivi, è poca cosa rispetto all’intero movimento dell’automobilismo da corsa che, ogni domenica, vede in giri per il mondo centinaia di team e piloti non ufficiali, ma spessissimo clienti paganti di Case Costruttrici. Quest’aspetto del TCR “customer oriented” è molto importante per Puig che l’ha sottolineato in diversi passaggi dell’intervista soprattutto evidenziando l’attenzione ad uno sviluppo molto graduale e lento. Lasciare le vetture invariate, limitando al massimo i kit evolutivi, deve essere una priorità per questo tipo di vetture e per l’intera categoria.
La Seat Leon ST Cup. Una proposta tutta italiana occhieggiata all’estero
[ads comp=”Motorsport Republic | Newsauto.it” title=”La mia prova della Seat Leon ST Cup TCS” desc=”A Franciacorta, durante una prova completa del passato e del presente di Seat Motorsport, ho provato anche la Seat Leon ST Cup. Qui le mie impressioni ” text_link=”La prova della Seat Leon ST Cup TCS ” link=”https://www.motorsportrepublic.com/seat-motorsport-a-franciacorta-una-leon-in-tutte-le-salse/” image=”https://cldup.com/CI9Pyqn00z.jpg”]
Non potevo non fare una domanda sulla Leon ST Cup che corre nella categoria TCS del Campionato Italiano Turismo. Un’idea e una realizzazione targata Seat Motorsport Italia di Tarcisio Bernasconi che ha avuto un appoggio diretto di Martorell e che adesso, prestazioni alla mano, sta interessando la Svezia e, in misura minore, la stessa Spagna. Per Puig è probabile la necessità di costruire ulteriori vetture e sull’eventuale maggiore coinvolgimento di Seat Sport è ancora presto per definirlo.
[blockquote text=”La differenza rispetto alla Seat Leon Cup Racer o TCR è che la Leon ST TCS è fortemente derivata da una vettura di serie. Seat Motorsport Italia è partita spogliando una vettura stradale e ottenendo un risultato finale fantastico. Si guida bene e lo sviluppo che abbiamo fatto lo scorso anno, affiancando Seat Motorsport Italia ha dato i suoi frutti. Anzi dobbiamo fare molta attenzione perché può arrivare alle prestazioni della Cup Racer. E’ necessario mantenere un rapporto prezzo/performance ottimale per i nostri clienti.” signature=”Jaime Puig “]Una chiacchierata interessante con molte altre cose utili a chiarire bene lo sviluppo futuro di questa Categoria Turismo che è letteralmente esplosa.