E’ un paradosso o c’è di più? Tesla supera, in valore GM e Ford. Un dato incredibile soprattutto perché parliamo di un Marchio che ha venduto lo scorso marzo negli Stati Uniti, l’1.6% di auto rispetto a GM o Ford. C’è di più, ma la faccenda non è cosi facile e immediata.
[dropcap]P[/dropcap]arlare dei risultati di borsa non è propriamente la mia specialità, ne tantomeno mi soffermo a ragionare su indici e stock per poi scriverci su. Ma la notizia di qualche giorno fa di una Tesla che diventa, per valore di capitalizzazione, il primo costruttore automobilistico americano, mi ha incuriosito non poco.Quasi 53 miliardi di dollari di capitalizzazione, contro i 50 miliardi di GM e i 45 di Ford. Al netto degli aggiornamenti di questi ultimi due giorni, la notizia che un marchio che ha venduto, a marzo, l’1,6% delle auto di GM o di Ford, ma che in borsa vale di più mi sorprende non poco.
TESLA MODEL 3. LA PRIMA ELETTRICA PER IL MERCATO DI MASSA
Al netto delle speculazioni che possono essere anticipate e commentate solo da insider, non sfugge il concetto che il mercato azionario valorizza strategicamente un’azienda proiettando nel futuro il suo assetto e le sue politiche produttive e commerciali. Ed in questo Tesla dovrebbe averne uno piuttosto luminoso anche se non primo di interrogativi. Le vendite, a livello internazionale, dei Modelli S ed X hanno presentato un incremento del 69% rispetto all’anno scorso, superando la soglia delle 25.000 immatricolazioni (sempre un niente rispetto alle immatricolazioni mensili di GM e Ford). Ma l’asso nella manica sono le 400.000 prenotazioni che ha ricevuto la Model 3, che dovrebbe entrare in produzione entro la fine dell’anno e che rappresenta il target, dichiarato, di 500k immatricolazioni per il 2018. Le ultime dichiarazioni parlano della presentazione della versione definitiva a luglio di quest’anno mentre l’annuncio e la presentazione del concept è avvenuto a fine marzo dell’anno scorso.
Una vettura che rappresenta letteralmente la pietra angolare del futuro del Costruttore di Palo Alto e intorno alla quale si stanno muovendo le sue strategie, ma anche quelle dell’intero mercato dei produttori di batterie. Ed è proprio intorno a questo argomento che si concentra una parte della nebulosa relativa all’intera strategia di Tesla che, per molte eclatanti novità, si affida comunque alle dichiarazioni di Elon Musk, il suo visionario e attivissimo CEO. Come quella relativo al futuro prossimo che vede la Tesla raggiungere i 20 miliardi di Euro di fatturato con un margine di contribuzione del 25%. Dati sui quali il mercato azionario sembra puntare visto il trend di crescita del valore azionario.
L’ACQUISIZIONE DI SOLAR CITY, UN VANTAGGIO CHE PUO’ AIUTARE A CAPIRE
Nell’universo di Elon Musk non c’è solo Tesla, ma un mondo fatto di visioni spaziali e tecnologie allo stato dell’arte. Ma limitandomi all’ecosistema Tesla non posso non ricordare l’acquisizione, nel 2016, di Solar City , fornitore Californiano di energia elettrica derivata dai sistemi ad energia solare che progetta, finanzia ed installa. Con questo acquisto Tesla non è più una semplice casa automobilistica, ma una vera e propria società di energie alternative: si va dalla batteria domestica Powerwall alla Powerpack 2, dispositivo di stoccaggio dell’energia prodotta sia dai pannelli solari che dalla rete elettrica.
[ads comp=”Tesla” title=”La presentazione di Solar City” desc=”Con l’acquisizione di Solar City, Tesla rafforza la sua presenza nell’ecosistema delle energie alternative. ” text_link=”Presentazione di Solar City” link=”https://www.youtube.com/watch?v=4sfwDyiPTdU” image=”https://cldup.com/74KFUBugmq.jpg”]E siccome la domanda di questo tipo di tecnologia sta crescendo a ritmi esponenziali, e siccome l’idea di una Tesla Automotive che vende 500.000 auto l’anno richiederebbe l’assorbimento di tutta la produzione di batterie agli ioni di litio, ecco la risposta: la Tesla Gigafactory. Con il partner Panasonic, che ha investito oltre 1 miliardo di euro in questo progetto, la Gigafactory ha iniziato proprio a produrre la Powerwall avviando anche un impianto per la produzione di celle e moduli fotovoltaici. E’ qui che si produrranno grandi quantità di celle per le batterie agli ioni di litio. Proprio quelle necessaria per la Model 3. Si elimina il collo di bottiglia per un obiettivo tanto ambizioso: 500.000 auto elettriche l’anno e lo si elimina lavorando sulle gigantesche economie di scala realizzate da questa fabbrica. Si prevede un’abbattimento dei costi di produzione oltre il 30%.
Quindi riassumendo: la Tesla ha superato in capitalizzazione sia GM che Ford, in termini reali i numeri non reggono il confronto. Sul mercato GM prevede di chiudere l’anno con un guadagno di 9 miliardi di dollari, la Ford 6,3 miliardi, la Tesla, invece, potrebbe chiudere con una perdita di 950 milioni. E quindi? Il mercato sta premiando, per me, la visione tremendamente integrata di Elon Musk: la Model 3 da $ 35.000, l’acquisto della Solar City per espandere il marchio Tesla anche in settori affini, l’avvio della Gigafactory per rafforzare l’offerta di Solar City e per avviare la produzione delle batterie per le vetture con quelle fondamentali economie di scala necessarie per mantenere la promessa dei $ 35.000. Ogni azione si integra con un’altra, ogni componente del puzzle Tesla si innesta in un altro potenziando il tutto.
Tutto questo è affascinante, non c’è che dire. Fino ad adesso Musk ha costantemente risposto ai suoi detrattori raggiungendo o superando tutti gli obiettivi dichiarati. E poi c’è il sentiment generale verso il Marchio: secondo uno studio di Google è proprio Tesla la casa automobilistica più “cool” tra i giovani e i millenials che la installano al vertice insieme a Google, Youtube, Netflix e Amazon.
Chissà che direbbe il buon Elon che, nel frattempo, è pure consigliere di un Presidente, Trump, così tifoso del ritorno del carbone.