Volvo lo aveva annunciato circa un’anno fa: a partire dal biennio 2019/2020 l’aggiornamento di gamma avrebbe previsto solo vetture elettrificate. Eccoci alla guida della XC90 mild-hybrid modello in cima alla gamma che si presenta con un corposo diesel supportato da un motogeneratore elettrico in grado di aggiungere 14 cavalli ai 235 erogati dal 2 litri diesel
L’allineamento di gamma Volvo verso un’offerta totalmente elettrificata sta procedendo come da ruolino di marcia. Non siamo ancora in presenza di modelli full electric, ma a partire da adesso tutta la gamma prodotta sarà offerta in configurazione full o mild hybrid mentre la XC40 debutterà prossimamente nella configurazione ibrido plug-in.
La sede di Volvo Italia a Bologna è stato il punto di partenza per una prima prova della nuova gamma elettrificata. il tempo ridotto a disposizione e la volontà di concentrarmi solo su un modello mi ha fatto scegliere la XC90 a a sette posti in cima alla gamma nella declinazione R-Design. Una versione che adesso cambia nome per seguire la nuova nomenclatura che introduce una lettera ed un numero, dove la prima indica il tipo di alimentazione ed il secondo il range di potenza. Troviamo adesso B4, B5 e B6 (brake regeneration) che indicano versione mild-hybrid con motori a benzina e diesel poi T4, T5, T6 e T8 (Twin Engine) che si riferiscono alle versioni plug-in hybrid con motori a benzina e, infine, P (Pure) per definire quelle full electric. Un po’ di caos certamente, ma la portata della novità imponeva un nuovo riposizionamento anche nelle sigle di riferimento.
Come funziona il mild hybrid
Questa XC90 MY2020 esteticamente riceve piccoli aggiornamenti nella griglia anteriore e un ritocco a paraurti e prese d’aria, ma è sotto al cofano la vera novità con la presenza, accanto al 2 litri diesel, di un sistema di recupero di energia cinetica costituito da un motogeneratore elettrico (ISG – Integrated Starter Generator) che funge anche da avviatore (non c’è più l’alternatore), una batteria a 48 V e un convertitore in grado di commutare tensione continua da 12 a 48V e viceversa. Questo sistema è di fatto un KERS che presenta un unico modo per ricaricare la batteria: quando si decelera e in fase di frenata. In questi casi l’energia in eccesso viene trasformata in elettricità immagazzinata nella batteria aggiuntiva che si trova posteriormente. Energia che può essere utilizzata per alimentare il motogeneratore o per gestire altre funzioni ausiliarie come lo start&stop. Un mild-hybrid non può offrire una marcia in totale elettrico, ma solo una spinta aggiuntiva al lavoro del motore endotermico con il risultato di garantire una fluidità di marcia complessiva migliore e una sensibile diminuzione delle emissioni di CO2
Su strada
Il motore 2 litri diesel sviluppa 235 cavalli, mentre l’ISG 14, un totale di 249 cavalli che alla guida non si avvertono nei termini di prontezza e reattività. L’obiettivo è piuttosto quello di rendere le transizioni le più fluide possibile cosa che, guidando questo XC90 B5, ho notato già dopo una manciata di chilometri alla guida. Il nuovo cambio automatico a 8 rapporti, che promette una gestione della coppia più mirata alle caratteristiche del motore, e sempre pronto con il giusto rapporto.
Circa un paio d’ore al volante e la sensazione principale è quella di una perfetta integrazione di tutta la tecnologia. In altre parole: puoi guidare per centinaia di chilometri senza renderti assolutamente conto della presenza di un qualsivoglia elemento ibrido.
I 14 cavalli del motogeneratore di fatto non si sentono e, rispetto alla precedente versione D5, non è la potenza o la progressione a cambiare, ma quella generale sensazione di fluidità del motore a qualsiasi carico si trovi. Non è certamente vivace nelle reazioni, ma sempre pronta agli input e consistente nella progressione. Sul piano dei consumi e delle emissioni si promette fino al 15% di risparmio di carburante e un range di emissioni medie che va da 167 a 195 g/Km. Per quanto riguarda i consumi dichiarati ci posizioniamo sui 6,4-7,5 lt/100 km mentre le prestazioni parlando di uno 0-100 km/h in 7,6 secondi e una velocità massima di 220 km/h
Maggiore dinamismo con R-Design
La gamma XC90 parte da 69.800 Euro nella versione Momentum T6 mentre la versione di prova B5 R-Design ha un prezzo di listino di 73.100 Euro che diventano 74.650 nella versione 7 posti.
La Xc90 viene offerta, infatti, sia a 5 che a 7 posti e il MY 2020 anche a 4 posti (nella versione top Excellence) e a 6 posti. La versione Momentum, che rappresenta la entry-level offre già tutto quello di cui ha bisogno, ma la R-Design che ho provato aggiunge un tocco sensibilmente più alto e nitido allo stile complessivo oltre che quella impronta più sportiva che non stona mai anche su un SUV da oltre 2 tonnellate.
C’è un lunghissimo elenco di equipaggiamenti di serie che vanno dai fari LED alle telecamere di parcheggio con visione a 360°.
Lo stile Volvo
Esteticamente la XC90 resta quella che conosciamo, testimone di quel profondo rinnovamento stilistico che non ha perso i tratti tipici del Marchio, ma che contemporaneamente ha esaltato il design scultoreo e minimale con tratti decisamente più avvincenti. Bellissimo il frontale con il design dei gruppi ottici a forma di “martello di Thor” e la linea di cintura alta che contribuisce ad esaltare la poderosa presenza su strada della XC90.
Altrettanto conosciuti gli interni con il perfetto, per quanto mi riguarda, equilibrio tra sontuosità e minimalismo. Un ambiente di grande lusso, ma non strillato, fatto di materiali di prim’ordine e accostamenti esemplari. Protagonista è il pannello touch screen centrale posizionato verticalmente dal quale si gestisce il sistema entertainment Sensus connesso a Internet e che include sia i comandi per la gestione di diverse funzioni dell’auto che il sistema di navigazione e quello di intrattenimento con la possibilità di scaricare anche applicazioni come Spotify, Pandora e TuneIn. Ovviamente il sistema è disponibile anche con integrazione Apple CarPlay e Android Auto.
Anche il pannello dietro al volante rappresenta un prolungamento delle informazioni di quello centrale anche se maggiormente centrato sulle informazioni di marcia. L’effetto finale è quella sensazione di overload informativo che necessità di un minimo di assuefazione e di tempo opportuno per personalizzare modalità e e comandi.
Rispetto alla “vecchia” configurazione D5, questa B5 è più in tutto: più costosa, più economica nell’utilizzo quotidiano, più potente. Non rappresenta la scelta più radicale di un full hybrid, ma ci introduce senza troppi traumi nel mondo dell’elettrificato senza rinunciare alla cara, vecchia abitudine di fermarci a fare benzina o diesel. Il motore è eccezionalmente fluido e raffinato e la tecnologia mild-hybrid sembra fatta apposta per esaltarne le sue caratteristiche originali offrendone una versione leggermente più efficiente e sostenibile.
Scheda tecnica Volvo XC90 B5 R-Design mild hybrid








2 comments
mi hai convinto.
Presa!
Beh poi aspettiamo un bel report 😉