Competere è arte ma c’è anche l’arte nella competizione. La BMW ha valorizzato un’intuizione spettacolare. Ha permesso a questi due mondi di incontrarsi con il risultato di superare il puro fatto agonistico conquistando per sempre la notorietà di un dono fatto di bellezza e furore. Questa è una mia personale selezione delle migliori realizzazioni fino a qui realizzate.
[blockquote text=”Nel 1925 Maurice Dufresne aveva decorato una limousine per l’esposizione di Arti Decorative, nel 1928 Sonia Delaunay aveva presentato le sue modelle davanti ad una Talbot decorata con gli stessi colori dei loro vestiti. Nel 1970 i designer avevano ricoperto una 917 di orifiamma psichedelici. Queste esperienze riuscite ed altre meno avevano uno scopo decorativo, ma la mia ambizione era di tutt’altra natura e fondata sull’amore per le Belle Arti. Essa si basava sulla nobiltà del supporto, la drammaticità della corsa e la grandezza dell’artista invitato…” signature=”Hervé Poulain”]A parlare così è Hervé Poulain uno dei più raffinati battitori d’asta del mondo dell’arte, socio della casa d’aste Artcurial e appassionato gentleman driver. È lui, prima di tutti, ad aver visto nell’auto una tela in movimento, una forma d’arte da sposare con un’altra forma d’arte. Quella della pittura.
Nel 1975 Poulain affida allo scultore americano e amico Alexander Calder la sua BMW 3.0 CSL con la quale si schiererà alla 24 Ore di Le Mans di quello stesso anno. La mitica competizione della Sarthe ispira al collezionista-pilota francese un entusiasmo senza limiti, lui vuole mescolarsi ai professionisti che combattono per un giorno e una notte lungo il tracciato per “riempire fino all’orlo la coppa della vita”. Ma lo vuole fare a modo suo, miscelando sapientemente arte moderna con il fascino estremo del pilotaggio ad oltre 300 km/h. Calder, con altrettanto entusiasmo, crea la sua opera d’arte in movimento: l’incontro con le forme tipiche delle sue sculture ammorbidisce la struttura formale dell’auto da corsa, curve sinuose e tinte forti ingentiliscono le linee decise dell’auto.
E’ così che nasce il fenomeno Bmw Art Car. Perché l’intuizione di Poulain trova casa definitiva a Monaco, che sposa con entusiasmo quest’idea di vedere, di interpretare e proporre l’arte in movimento. Dalla metà degli anni ’70 la forza della comunicazione e del marketing della Bmw garantirà continuità nel tempo e capacità di coinvolgere artisti di fama internazionale e talenti meno conosciuti ma altrettanto speciali.
Dal 1975 al 2010 ben 17 le Art Car di BMW e se Alexander Calder apre la splendida sequenza, Jeff Koons la chiude con la spettacolare M3 GT2 che si è schierata nell’edizione 2010 della 24 Ore di Le Mans.
E’ proprio la leggendaria gara di durata della Sarthe che diventerà la galleria più grande e veloce del mondo. Un legame fortemente voluto dal suo ideatore principale Hervé Poulain che vede in questa competizione un momento di spettacolare catarsi:
[blockquote text=”Il leggendario circuito della 24 Ore si presta alle metafore, come una volta ad Olimpia, ma ripetendosi ogni anno. Durante il volgere di un giorno e di una notte il cuore del mondo batte qui. Un tracciato senza uguali, anello senza fine di 13 chilometri e 640 metri, curve dove le gomme si aggrappano, rettilineo infinito come un deserto che serve da catapulta per accelerazioni fino a 400 km/h, le Hunadières mitiche, famose per il numero delle vetture che sono volate fuori e poi mezzi a dismisura: 1000 commissari di pista, 1500 gendarmi, 300 pompieri, 100 dottori, 400 addetti alla sicurezza, la tragedia dell’11 giugno 1955 (79 morti, 178 feriti); ricordi incisi sull’asfalto di sfide epiche tra campioni e duelli implacabili fra Marche gigantesche” signature=”Hervé Poulain”]Anche se tra Poulain e la Bmw le strade si divideranno dopo la terza Art Car, la corsa francese ha sempre rappresentato un palcoscenico ideale per queste splendide prove d’autore.
Nel corso degli anni grandi firme dell’arte moderna hanno contribuito a creare un vero e proprio “movimento” delle Art Car. Frank Stella, ispiratore della corrente minimalista, grande appassionato di auto e di competizione nel 1976 firma una 3.0 CSL ispirandosi ai fogli di carta quadrettata con il risultato di esaltare le linee muscolari della coupé riuscendo a catturare ogni curva e rientranza della carrozzeria.
Roy Lichtenstein altro grande protagonista della pop art nel 1977 realizza una 320i Gr. 5 con temi grafici che richiamano fortemente i suoi famosi fumetti tratteggiando un paesaggio che scorre lateralmente.
Nel 1979 è Andy Warhol a prendersi cura di una M1: “Ho cercato di creare una descrizione vivida della velocità. Se un’automobile è veramente veloce, tutte le forme e tutti i colori saranno sfocati”. Alla 24 Ore dello stesso anno la M1 con alla guida anche Manfred Winkelhock ottenne un sesto posto assoluto e il secondo di classe.
Negli anni a seguire anche i modelli stradali vengono affidati ad artisti internazionali, con risultati affascinanti, ma che non imprimono emozioni sottopelle come quelli da corsa. E’ la parola velocità che esalta il tratto grafico.
Velocità incorpora significati contrari tra loro come rapidità, dinamismo, vitalità, prontezza, vivacità, ma anche instabilità, fretta, superficialità, quasi un ossimoro ma che, guarda caso, ha fortemente caratterizzato e influenzato anche l’arte ed è quindi la velocità che si può mettere in mostra, che si può raccontare.
Più che con l’auto, l’arte si sublima con l’automobilismo. E allora, della collezione delle Art Car della BMW rimangono impresse e impressionano soprattutto le auto che si sono schierate in una griglia di partenza. Come la tredicesima Art Car che l’italiano Sandro Chia presenta nel 1992. E’ una Serie 3 da competizione con una esplosione di facce e colori intensi: “nella nostra società l’automobile è un oggetto molto ambito. E’ il centro dell’attrazione. La gente la guarda e questa vettura riflette quegli sguardi.”
[ads comp=”BMW Art Car ” title=”Il video della creazione di Sandro Chia” desc=”E’ la tredicesima interpretazione di una BMW da parte di un artista di fama internazionale. Questa volta è il turno dell’italiano Sandro Chia” text_link=”BMW Art Car ” link=”https://www.youtube.com/watch?v=zhN_1KJ6e9U” image=”https://cldup.com/osWIg3V8Qs.jpg”]
Nel 1999 si ritorna a Le Mans con un prototipo classe LMP1 presentato dall’artista concettuale Jenny Holzer che rimane fedele al suo stile, quello di preferire le parole alle figure e riproduce sulla bianca livrea del prototipo messaggi realizzati con lettere cromate e fosforescenti, messaggi che “probabilmente non diventeranno mai vani” e che riprendono la caratteristiche di quest’artista che è quella di proiettare brevi enunciati nello spazio urbano. Il risultato è affascinante per la sua eleganza minimale e per l’effetto grafico complessivo della vettura.
La diciassettesima Art Car da corsa è forse una delle più belle, la M3 GT2 schierata nell’edizione 2010 della 24 ore di Le Mans l’ha firmata l’americano Jeff Koons che ha voluto imprimere una sua interpretazione degli scatti di luce, della velocità e delle tinte forti che le corse automobilistiche richiamano, riprendendo lo stesso concetto che ha ispirato il lavoro di Andy Warhol. “… Queste auto da corsa sono come la vita: sono potenti e pieni di energia”. La grafica fatta di striature a tinte forti su sfondo nero evoca efficacemente la dinamica di un’auto da corsa che, schierata con il numero 79 e guidata dai piloti Dirk Werner, Dirk Müller e Andy Priaulx, si ritirerà presto per problemi tecnici.
Ancora una volta è una versione da corsa ad essere protagonista di una Art Car. Si tratta della magnifica BMW M6 GTLM firmata dall’artista americano John Baldessari. Esponente della corrente concettuale, Baldessari a voluto imprimere il senso della velocità combinando il potenziale narrativo delle immagini con quello associativo del linguaggio. Con un approccio al testo che ricorda Jenny Holzer, Baldessari propone un l’elemento tipografico centrale dato dalla parola “FAST” corredandolo con i colori rossi, gialli, azzurri e verdi espressi in linee e punti monocromatici. L’utilizzo di una grafica minimalista, quasi senza personalità, concorre, per l’artista, a garantire il giusto impatto al testo. Anche l’inserimento dell’immagine fotografica della vettura sul lato contribuisce a giocare sulle dimensioni. L’artista vuole uscire dall’aspetto bidimensionale per cercare di evocare una tridimensionalità più coinvolgente ed accattivante.
[ads comp=”BMW Group” title=”BMW Art Car #18 M6 GT3 by Cao Fei” desc=”Ecco come si esprime e interagisce con la vettura, attraverso l’utilizzo dell’app, l’opera concettuale di Cao Fei” text_link=”BMW Art Car #18 M6 GT3 by Cao Fei” link=”https://www.youtube.com/watch?v=I0NNEZFM9TE” image=”https://cldup.com/xM3nBVsBtb.jpg”]Presentata lo scorso 31 maggio al Minsheng Art Museum di Pechino ecco l’ultima Art Car in ordine di appartizione. L’ha firmata Cao Fei artista cinese che ha fatto della multimedialità l’espressione centrale della sua arte. E’ ancora una M6 GT3 la protagonista di questa opera da corsa che debutterà in gara al FIA GT World Cup di Macao, in programma dal 17 al 19 novembre 2017.
Fei ha utilizzato la realtà aumentata per descrivere una sorta di universo parallelo costituito da tre elementi: un video, un’app dedicata (solo su App Store cercando BMW Art Car #18) e la vettura appunto. Attraverso la realtà aumentata i visitatori vengono incoraggiati all’interazione con l’auto attraverso particelle di luce colorata che interagiscono virtualmente incorporando dentro questo scenario la M3 GT3. L’obiettivo dell’artista si richiama alla tradizione asiatica di benedire tutti i nuovi oggetti per augurare loro la migliore sorte possibile.
[blockquote text=”Per me, la luce rappresenta i pensieri. Poiché la velocità dei pensieri non può essere misurata, l’Art Car #18 mette in dubbio l’esistenza dei confini della mente umana. Stiamo entrando in una nuova era, dove la mente controlla direttamente oggetti e si possono trasferire pensieri, come operazioni senza equipaggio e intelligenza artificiale” signature=”Cao Fei”] [ads comp=”BMW Group” title=”BMW Art Car #18 M6 GT3 by Cao Fei” desc=”In questo interessante filmato la genesi del progetto dell’artista multimediale cinese ” text_link=”BMW Art Car #18 M6 GT3 by Cao Fei” link=”https://www.youtube.com/watch?v=4Y8wu32GPy8″ image=”https://cldup.com/5yDfeUvlOO.png”]Quando arriverà la prossima? Certo sarebbe stupenda una vittoria di una Art Car a Le Mans. Rappresenterebbe la vera realizzazione del sogno futurista che, attraverso la sua arte pittorica, al segno grafico, sublimava la velocità in concetto.