Lungo i 20,832 km del circuito più bello e difficile del mondo, la lotta per il miglior tempo diventa un passaggio obbligato per ogni Costruttore che voglia veramente guadagnarsi i galloni sul campo. Battere un record sul Nürburgring Nordschleife vuol dire avere la migliore auto sportiva del momento
Il Ring non è solo una pista, un autodromo lungo e tecnico, il Ring si porta dentro dei significati epici in accordo perfetto con lo spirito leggendario della terra su cui si svolge in tutti i suoi venti e oltre chilometri di lunghezza. Al riguardo del Nürburgring Nordschleife ne ho scritto, qui.
Adesso voglio riproporvi, quasi ad auspicio di un prossimo aggiornamento nel corso di questo nuovo anno, la classifica delle migliori hot hatch del momento.
Il record sul Ring è diventato un vero e proprio tool di marketing e comunicazione per i Costruttori. La fetta di mercato che si dividono non sarà da grandi numeri, ma è da grande impatto sul valore e la riconoscibilità del Marchio. Questa sfida, tra le trazioni anteriori più veloci del mercato, è elettrizzante proprio perché è una sfida tra Marchi. Lungo i venti chilometri ci si gioca reputazione, immagine, capacità progettuale e tecnologica. Ed è per questo che la trovo più d’impatto rispetto ai tempi monstre staccati dalla Supercar o dalla Hypercar di turno. Appunto perché incide, con maggiore efficacia, nell’immaginario collettivo di chi, di quegli stessi modelli, può diventarne un possessore.
Renault, Seat, Honda e Volkswagen. Sfida a quattro.
Allora proviamo a ripercorrere cronologicamente le tappe di questa sfida. Al riguardo sono molte le risorse on line che raccolgono e categorizzano i vari record. Io personalmente vi consiglio quella di Wikipedia che trovo sempre molto aggiornata e dalla quale sono anche partito per questa breve carrellata.
Ho preso in considerazione solo quei tempi realizzati dai team ufficiali perché, pur in assenza di un regolamento specifico, ci si aspetta una certa garanzia sul livello di preparazione di partenza. Intendiamoci, quello di detenere il record sul giro al Nürburgring Nordschleife è diventa una sfida particolarmente feroce e le vetture utilizzate sono state progettate anche per questo scopo.
Il Costruttore tedesco è stato piuttosto attivo a metà degli anni 2000. Detiene ancora il record tra le Supermini con la Opel Corsa OPC con un 8’47″99 poi nulla. Per adesso. Per Peugeot credo che il discorso sia un po’ difficile perché il problema di base è nell’unità turbocompressa da 1.6 litri che parte con un debito di potenza non recuperabile. L’Alfa Romeo, invece, con la Giulietta 1.750 TBi e i suoi 240 cavalli potrebbe essere una interessantissima sfidante.
23.08.2008 RENAULT MEGANE R26.R | 8’16″90
Il 23 giugno del 2008, malgrado l’imminente debutto della terza serie della Mégane, la Renault con la Mégane R26.R stabilisce il nuovo record del Ring con 8’16″90. Alla guida uno dei piloti/collaudatori di sviluppo di Renault Sport Vincent Bayle. Gli interventi sono numerosi e tutti focalizzati sull’alleggerimento.
Un dimagrimento di 123 chili e un peso totale di 1230 grazie ad un cofano motore in carbonio (-7,5 kg), vetri posteriori e lunotto in policarbonato (-5,7 kg) e all’eliminazione dei sedili posteriori, degli airbag (lasciando solo quello del guidatore), del clima automatico (che veniva offerto come optional) e di gran parte dell’insonorizzazione. I cerchi sono da 18″ e i sedili a guscio Sabelt forniti anche di cinte a 6 punti. A richiesta si potevano avere roll bar e scarico in titanio. Il motore 2 litri turbo sviluppava 230 cavalli e 310 Nm di coppia. Il differenziale autobloccante meccanico e cambio manuale a 6 marce chiudevano il pacchetto.
17.06.2011 RENAULT MEGANE RS TROPHY | 8’07″97
Il Ring è la pista d’elezione per Renault Sport. Con la sua pattuglia di piloti collaudatori è sui saliscendi dell’Eifel che mette a punto e delibera i modelli della gamma RS. Un tale continuità che da i suoi frutti anche quando si tratta di stabilire record. E’ infatti è la stessa Mégane RS, questa volta la terza iterazione del fortunato modello, a battere il modello precedente.
Questa volta è il pilota/collaudatore Laurent Hurgon a stabilire il nuovo primato. La Renault Mégane Trophy montava il motore 2 litri turbo abbinato ad un cambio manuale a 6 rapporti. Rispetto alla versione RS il lavoro di evoluzione si è concentrato sul motore. Si è intervenuti sulla pressione di alimentazione (+0,2 bar per un complessivo 2,5 bar) con il quale si è ottenuto un aumento della coppia di +20 Nm per raggiungere un totale di 360 Nm. Le prestazioni sono aumentate in velocità massima +4 km/h (254 km/h) e un’accelerazione 0-100 km/h in 6 secondi netti. Affinamenti vari anche al telaio CUP, ma senza adozione del differenziale autobloccante.
03.03.2014 SEAT LEON CUPRA | 7’58″04
Passano due anni e mezzo. Nel frattempo vari altri tentativi di record ufficiosi, vari tempi registrati e pubblicati su YouTube da piloti privati che, con le stesse vetture, eguagliavano o battevano i tempi stabiliti. Ma si sa, l’ufficialità di una prestazione è anche garanzia di un set up dichiarato.
Questa volta sono gli spagnoli della SEAT. Sempre più concentrati a posizionare il Marchio nell’universo sportivo del Gruppo VW, la Leon Cupra, ancora con il camouflage dei modelli da presentare (debutterà pochi giorni dopo al Salone di Ginevra) si presenta con un bouquet di soluzioni da prima della classe. Motore 2.0 litri turbo da 280 cavalli e 350 N di coppia massima, differenziale autobloccante e regolazione adattiva dell’assetto DCC. La versione del record adottava un Performance Pack (che verrà inserito regolarmente in listino) composto da impianto frenante Brembo e cerchi da 19″ calzati da Michelin Pilot Sport Cup 2. Il pilota incaricato era (ed è) Jordi Gené che non è stato solo il pilota ufficiale Seat nel WTCC, ma si è incaricato di sviluppare la Cupra proprio al Ring. Ed è proprio su questa pista che è stata ottimizzata la modalità “Cupra” del Drive Profile. Una vettura predestinata al record che ha infranto clamorosamente abbattendolo di quasi 10 secondi.
16.06.2014 RENAULT MEGANE TROPHY -R | 7’54″36
Sembra diventato un affare a due, la questione del primato sul Nordschleife. Renault e Seat sono i due costruttori che, nel 2014, vantano in listino le due hot hatch più focalizzate ed efficaci e, come è naturale, incominciano a darsela di santa ragione sui saliscendi dell’Eifel. Questa volta, a pochi mesi di distanza, è di nuovo Renault che risponde con una versione iper specializzata della Mégane R.S. Con alla guida sempre Laurent Hurgon, la Mégane RS 275 Trophy R batte di oltre 4 secondi il tempo della Leon Cupra, fermando i cronometri sul tempo di 7’54″36. Per alcuni osservatori la versione di questa Mégane era troppo preparata. Seguendo la strada già battuta con la precedente R26.R, anche qui l’obiettivo principale è stato l’alleggerimento spinto: 100 chili complessivi di riduzione del peso, eliminazione dei sedili posteriori, del climatizzatore, dei pannelli fonoassorbenti e perfino della radio. Adozione di una batteria più piccola (e costosa) agli ioni di litio per un risparmio immediato di 16 chili. Il telaio CUP, il motore 2.0 turbocompresso potenziato a 275 cavalli e un sistema di scarico Akrapovic in titanio. Anche l’assetto vanta ammortizzatori regolabili della Öhlins road & track mentre la trasmissione manuale con cambio a 6 marce si avvale anche del differenziale autobloccante meccanico. I pneumatici sono, anche qui, dei Michelin Pilot Sport Cup 2.
Un oggetto molto focalizzato che, nell’ambiente, non ha mancato di sollevare qualche osservazione circa la maggiore preparazione rispetto alla Seat Leon Cupra che presentava solo il pack performance. Tuttavia, subito dopo il record, la Renault mise in vendita la vettura, in 15 Paesi, in una serie limitata di 250 esemplari.
MAGGIO 2014 HONDA CIVIC TYPE R | 7’50″63
Dopo il botta e risposta Renault/Seat/Renault si affacciano i giapponesi della Honda. Per la verità, si scoprirà in seguito, affacciati lo erano da sempre. Ancor prima dell’ufficializzazione del record della Renault, la Honda Civic Type R, durante lo sviluppo in pista, aveva già battuto il record tra le trazioni anteriori. Il pilota ingaggiato non è stato nominato se non nello specificare che si trattava di un professionista esperto della pista. Quello che invece è stato sottolineato (con una punta di orgoglio) è che si trattava del prototipo finale equipaggiato con “il motore, la trasmissione, le sospensioni, lo scarico, i freni ed il pacchetto aerodinamico, identici alla vettura di produzione”. Le uniche concessioni riguardavano aria condizionata, stereo e sedile del passeggero anteriore per compensare il peso dell’aggiunto del roll bar “specificamente per motivi di sicurezza e non per raggiungere rigidità”.
La Honda Civic Type R si presenta subito come la trazione anteriore più specializzata tra le hot hatch. Con una velocità massima di 270 km/h e una potenza di 310 cavalli mostra uno studio dell’aerodinamica spinto all’estremo e, di conseguenza, una estetica talmente esplicita da dividere subito i gusti degli appassionati: grande ala fissa al posteriore, fondo piatto, estrattore vistosissimo, spoiler e alette all’anteriore. Per mantenere la fisicità promessa anche la trasmissione si avvale di un cambio manuale a 6 marce con un impianto frenante Brembo. Gli ammortizzatori sono adattivi e i cerchi da 19″ montano pneumatici 235/35. La nuova generazione della Civic Type R, quella che sostituirà l’attuale, è stata presentata lo scorso settembre al Salone di Parigi, sotto forma di concept. A vederla da ferma sembra promettere ancora una ulteriore evoluzione meccanica (innalzamento della potenza a 340 cavalli) anche se il lavoro sull’estetica ha smussato le forti caratterizzazioni dell’attuale versione.
MAGGIO 2016 VOLKSWAGEN GOLF GTI CLUBSPORT S | 7’47″19
E, per ultimi, arrivano i tedeschi della VW. Per i 40 anni della loro leggendaria Golf si regalano il nuovo, attuale, primato ritoccando il limite e infrangendo la barriera dei 7’50 secondi. Protagonista dell’impresa è la Golf GTI Clubsport S che, rispetto alla Clubsport, guadagna 45 cavalli di potenza raggiungendo quota 310. Tra gli interventi, al centro del tutto, uno spettacolare impianto di scarico che non solo suona in maniera più accattivante, ma si produce in spettacolari fiammate quando il selettore della dinamica di marcia è settato su modalità “Corsa”. Gli interventi hanno riguardato i condotti più ampi e la sostituzione della pompa dell’olio. La coppia motrice aumenta a 380 Nm (+30 Nm) e la trasmissione è manuale a 6 rapporti. Ovviamente per inseguire una prestazione di questa portata sono innumerevoli le modifiche anche sul fronte peso. Sono 1.285 i chili complessivi con una riduzione, rispetto alla Clubsport, di 30 chili. L’obiettivo è stato raggiunto rimuovendo i sedili posteriori, buona parte dell’insonorizzazione, i tappetini e sostituendo la batteria con una speciale più leggera, al pari dell’intervento che Renault ha fatto sulla Mégane RS Trophy R. Inoltre sono stati utilizzati componenti in alluminio per le sospensioni anteriori oltre che, appunto, l’adozione del cambio manuale al posto del DSG che ha fatto risparmiare circa 20 kg.
Anche la Golf Clubsport S è stata ampiamente deliberata lungo il Nordschleife. Uno dei settaggi del DCC (Dynamic Chassis Control) porta proprio il nome della pista. Completano il pacchetto il differenziale bloccante a controllo elettronico XDS+, cerchi da 19″ con pneumatici Michelin Sport Cup2 nella misura 235/35. Il pilota del record è stato il giovane 28enne Benjamin Leuchter pilota e istruttore del Volkswagen Driving Experience. Le prestazioni complessive? L’accelerazione 0-100 km/h segna un 5,8 secondi mentre la velocità massima (non autolimitata) raggiunge i 260 km/h. Al pari di quanto fatto da Renault, anche alla Golf GTI Clubsport S si dedica una mini produzione di 400 esemplari tutti a due posti e numerati. Peccato che è stato un must riservato a ben pochi, visto che i primi 250 erano riservati al mercato tedesco e inglese.
E siamo arrivati alla fine di questa carrellata. La cosa più stupefacente di tutto questo è il livello dei tempi che queste vetture hanno raggiunto. A scorrere la lista dei record fa impressione leggere i tempi, anche recenti, di auto blasonate come la BMW M2 che ha staccato un 7’58” (2015) o un 7’51 della Mercedes AMG SL65 Balck Series (2009). Potrei evidenziare numerosi altri esempi, ma resta il fatto che la barriera dei 7 minuti e 45 secondi non sembra una utopia per queste spettacolari hot hatch moderne.
In un momento di mercato dove tutti i grandi Costruttori si impegnano nell’ibrido, elettrico, nella guida autonoma è bello vedere che resta viva la volontà di percorrere ed investire sulla strada delle prestazioni e del piacere di guida. Malgrado tutto, questo genere di imprese sono e rimarranno le più efficaci per fare breccia nel cuore (e nel portafoglio) di milioni di clienti. Avanti il prossimo.
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