NURBURGRING NORDSCHLEIFE. cI GUIDI UNA MANCIATA DI GIRI E RIMANI STREGATO. Tipo il mal d’Africa.
Il Nordschleife è una sensazione perenne che ti entra dentro, basta una esposizione di pochi secondi, basta respirare quell’aria sospesa nella foresta che sei contagiato.
Ritrovo un pensiero che scrissi prima di salire sulla Mégane, seduto al tavolo del ristorante Pistenklause, un trionfo di memorabilia, birra e foto che più ispirante di così non si poteva. Io ero lì in mezzo, non avevo ancora fatto un metro di pista e già ero in trance.
Il fatto è che il Nurburgring non è solo una pista lunga, il Nurburgring si allunga, si contrae, si distente. A guidarlo sembra che respiri all’unisono con te. Assecondando il tuo ritmo. Ci sono mille piste, belle e meno belle, ultramoderne, ultra eleganti e ipertecnologiche, poi c’è Lei. Tempio di sfide sportive, umane e personali. Per chi ama il pilotaggio alto diventa un riferimento con cui confrontarsi, prima o dopo, altrimenti non saprai mai.
Ché andare forte sul Nordschleife è un sigillo da pilota vero, ché solo questa pista ti consegna i galloni dell’alta guida. Chi corre, guida e piega tra i saliscendi dell’Eifel appartiene ad una confraternita che condivide una religione, un modo di vivere.
Il luogo iconico di uno dei pochi sport per uomini che sia rimasto, insieme al rugby e con poche, dovute, eccezioni femminili. Qui ogni curva è una sfida, ogni salto, ogni compressione, ogni allungo e ogni frenata si portano dentro il sublime contrasto tra l’apparente brutalità del limite e il romanticismo del gesto. Per diventare racconto di tradizioni, uomini, simbolismi e comportamenti.
Qui, sui saliscendi del Ring, il motorsport si sublima, nella magia della sua parola e nella portata dei suoi sogni. Qui il motorsport è capace di dare all’uomo l’invulnerabilità del guerriero.