Il motore 2.0 litri turbo da 275 cavalli della Mégane RS dentro il corpo più compatto della Clio RS. Meno di cinque mesi per realizzare un oggetto che promette adrenalina in quantità industriali. Ma … rimarrà un concept?
Fu uno di quei dettagli sottolineati con malcelato orgoglio: “siamo velocissimi dal passare dall’idea al prodotto finito, in un pugno di mesi”. La genesi di questa spettacolare Clio R.S.16 mi ricorda questa affermazione di Patrice Ratti quando andai a visitare il quartier generale di Renault Sport a Les Ulis.
Vi racconto la storia di questa vettura: la sfida progettuale, gli uomini coinvolti ed il risultato finale.
La R.S.16 rappresenta la celebrazione dei quarant’anni di Renault Sport. Un regalo di compleanno che si è concesso l’atelier francese e che incarna perfettamente spirito e modalità di lavoro di questa antenna tecnologica di Renault.
La sinossi parla chiaro: trapiantare il drive train della Mégane R.S. 275 nella più piccola Clio, ridisegnare il gruppo molla/ammortizzatore con soluzioni da competizione, montare cerchi da 19″ e allargare di ben 60 mm la carrozzeria con l’obiettivo di renderla la più veloce e cattiva Renault Sport di serie.
La genesi
E’ una sera di ottobre 2015, la stanza di comando di Patrice Ratti non è grande, ma c’è tanto da vedere e guardare. Oggetti, quadri, foto, una scaffalatura zeppa di libri, tutte cose che farebbero la gioia di qualsiasi amante di automobilismo. Ad ognuno di questi sono affidate anche le storie personali di Ratti e, a scorgerli con lo sguardo, ti rendi conto di quanto lui conti nel mondo del motorsport francese e non solo.
Sulla destra, appena all’entrata c’è un tavolo da riunione ed è lì che Ratti si riunisce con i suoi collaboratori più stretti. Una riunione di puro brainstorming; cosa inventarsi per i quarant’anni di Renault Sport. A guardali da fuori ci vedi un gruppo di ingegneri in riunione, per me, per ogni appassionato di questo mondo, un modo di vivere per essere felici.
A dare la traccia alla questione ci pensa l’Ing. Chapelain, grandi esperienze nel settore rally “per me il telaio Clio è perfettamente in grado di gestire potenze nell’ordine dei 300 cavalli”. Accade tutto così.
[blockquote text=”Pur ricordando l’impatto ottenuto con Clio V6, avevamo voglia di realizzare una concept-car tecnica dalle performance esplosive, ma più realistica a livello dei costi. Bisognava quindi restare vicini alla realtà e ricorrere a soluzioni semplici e intelligenti per realizzare un veicolo potenzialmente omologabile. Inoltre, desideravamo che tale progetto fosse integralmente sviluppato nell’ambito di Renault Sport. In teoria, l’idea di una Clio R.S. equipaggiata con il nostro motore più prestazionale – il 2.0 turbo 275 cv – era entusiasmante, ma bisognava verificare in modo più approfondito la fattibilità di questo innesto. In meno di un mese, un team ristretto ha realizzato uno studio preliminare che ha confermato la possibilità di alloggiare il motore in questione sotto il cofano. Abbiamo quindi deciso con Thierry Landreau, Direttore tecnico di Renault Sport Cars, di accettare la scommessa di realizzare quest’auto. Abbiamo affidato il coordinamento globale del progetto a François Ratinet, che ha animato il team commando di cui avevo la supervisione” signature=”Patrice Ratti “]Il team commando
Ecco il segreto che rende tutto veloce in Renault Sport: la capacità di gestire un progetto nella sua interezza incaricando un team di poche persone. Pur essendo all’interno di un colosso molto strutturato come Renault, la divisione sportiva si muove con la velocità di un piccolo team da corsa. Una sfida stimolante anche per il marketing del Costruttore. Il marketing non solo accoglie, ma individua scadenze precise. E’ il presidente di Renault Sport Jérôme Stoll ad anticipare, i primi di gennaio 2016 durante la conferenza di lancio di Renault Sport Formula 1 Team, una sorpresa per il GP di Montecarlo. Mancano cinque mesi, una sfida nella sfida.
[blockquote text=”Per questo progetto gli ingegneri della competizione hanno proposto nuove metodologie di lavoro. Con una data irrinunciabile come vincolo principale, i nostri team hanno saputo liberarsi dalle iterazioni che scandiscono abitualmente la progettazione di un veicolo di serie, conservando tuttavia lo stesso livello qualitativo e di performance. La nostra ambizione sarà di utilizzare tale esperienza per progettare altri veicoli un po’ fuori dagli schemi, che ci aiuteranno a esacerbare il nostro know-how, esplorando parallelamente nuove vie per il futuro” signature=”Patrice Ratti”]Il team di lavoro viene definito subito nel Centro di Realizzazione Prototipi. Qui, una cellula pre-progetto si mette al lavoro in tempo reale. Il responsabile di questo dipartimento è Laurent Doré.
[blockquote text=”L’obiettivo era perfettamente definito, ma la principale difficoltà era rappresentata dai tempi, estremamente stretti. Abbiamo costituito un team composto da esperti provenienti da Renault Sport Cars e Renault Sport Racing. Questo piccolo ‘commando’ è stato posto sotto la responsabilità di Maurizio Suppa, un ingegnere specializzato nella progettazione di prototipi” signature=”Laurent Doré”]I punti salienti dell’intervento
Subito le sfide tecniche: posizionare correttamente il motore e l’intero drive train compreso il sistema di raffreddamento anch’esso derivato dalla Mégane R.S. 275 Trophy-R. La coppia di 360 Nm impone anche la revisione del gruppo sospensioni e siccome il tempo ha iniziato a scorrere, si evitano voli pindarici per adattare componenti derivate da Mégane, Kangoo ed Espace.
Il raffreddamento è cruciale e il lavoro è principalmente sulla simulazione e coinvolge il team di designer che devono rivisitare il frontale. L’impianto di scarico deve rispettare il percorso sottoscocca, ma garantire maggiore portata e implementare l’acustica. Sono anche le prove in pista con il muletto a deliberare l’adozione di un silenziatore a doppia uscita Akrapovic. Sul fronte elettronica gli argomenti non mancano; Mégane R.S. 275 e Clio R.S. non hanno la stessa architettura, si decide di mettere a punto un software a valle della centralina della Trophy-R per consentire un dialogo con i sistemi della Clio R.S.
Il lavoro sul gruppo ammortizzatori/sospensioni
Il telaio della Clio non preoccupa, la gestione della potenza aggiuntiva non è un problema per i tecnici Renault Sport, ma la dinamica si esalta soprattutto quando l’assetto si dimostra all’altezza.
Pascal Auffrére è un esperto di vecchia data in Renault Sport. Ci lavora da 35 anni e raccoglie gran parte dell’esperienza di questa divisione. E’ lui il responsabile della progettazione dell’avantreno.

La progettazione del retrotreno si rivela molto più semplice: ci si ispira pesantemente a quello della Clio R3T, la versione da rally della berlinetta. Christophe Chapelain è un altro addetto del team legato alla definizione dell’assetto
La definizione di una estetica in grado di soddisfare la forma e la funzione
Anche l’integrazione delle ruote da 19″ ha richiesto uno stretto lavoro di coordinamento con il dipartimento di design. Per una carrozzeria progettata per l’utilizzo con cerchi da 18″. E’ Eric Diemert, Direttore del design di Renault Sport Cars, a raccontare l’indirizzo dello studio:
[blockquote text=”L’esame del capitolato ci ha fatto immediatamente capire che questo progetto aveva la genetica giusta. Per un’auto del formato di Clio, un allargamento di 60 mm è rilevante. La scelta di ruote da 19 pollici è stata un’altra eccellente notizia. Per noi, infatti, le grandi ruote sono preferibili, perché consentono di annullare l’effetto di massa visiva relativa ai cofani rialzati delle automobili moderne. Le ruote costituiscono l’unico collegamento tra l’oggetto e il suolo, e sono essenziali per conservare – o meglio amplificare – il dinamismo generale dell’auto. Clio R.S. era stata disegnata per affermarsi come modello versatile, il cui comportamento indiscutibilmente sportivo avrebbe dovuto contrastare con un’estetica orientata verso una maggiore moderazione. Clio R.S.16 prosegue la storia, mostrandosi più spettacolare per le proporzioni e l’estetica, senza tuttavia diventare completamente estroversa. È quello che mi piace in questo equilibrio: dimostrare grazie all’evidenza, senza bisogno di ricorrere ad artifici” signature=”Eric Diemert “]
Le modifiche, malgrado la volontà di non tradire completamente la tendenza di dissimulare esteticamente le prestazioni, non sono poche. E’ Franck Le Gall, il designer incaricato a tradurre in linee i dettami del suo capo designer mettendosi al lavoro e individuando i punti focali sui concentrarsi per enfatizzare l’espressività pur rimanendo fedeli alla dinamica di Clio R.S.
Non c’è tempo per realizzare un modello in scala 1:1, l’appuntamento al GP di Monaco si avvicina e per velocizzare le operazioni si decide di ricorrere ad un software di modellazione. Per ospitare i cerchi da 19″ si lavora sui parafanghi con un intaglio specifico e applicando delle estensioni in materiale composito. Queste, poi, vengono prolungate con delle grembiulature sottoporta mentre posteriormente, al fine di aumentare l’efficienza aerodinamica, al lavoro del diffusore, analogo a quello della R.S, si aggiunge quello dello spoiler posteriore ripreso pari pari dalla Clio Cup. A 200 km/h si guadagnano ben 40 kg di appoggio supplementare.

Uno degli elementi cruciali è l’anteriore, non solo per l’importanza estetica, ma perché deve dare aria ad una meccanica più esigente. Viene ridisegnata la lamina del parafango per garantire respiro allo scambiatore aria-aria ereditato da Mégane R.S. 275. Il collettore specifico viene lasciato in kevlar per sottolineare, anche esteticamente, il carattere estremamente sportivo della Clio R.S.16.
Per gli interni basta poco per deliberare le giuste soluzioni che devono mettere al centro le sensazioni di guida: sedili più avvolgenti e cinture a sei punti e per rendere estrema la ricerca della performance, al pari della Mégane Trophy R, viene meno il sedile posteriore e il climatizzatore.
Laurens van den Acker, capo del design Renault, promuove il lavoro complessivo. La data di presentazione si avvicina sempre di più, ma il poco tempo non spaventa i “commandos” di Renault Sport messi assieme da Patrice Ratti.
L’estetica
Altrettanto cruciale è stabilire il giusto vestito con il quale presentarsi. La tinta scelta non poteva che essere il Giallo Sirio con dettagli in nero brillante, lo stesso utilizzato dalla monoposto di Formula 1, per la calandra, la losanga, il padiglione e il lato esterno dello spoiler. Cerchi in lega Speedline Turini, neri anch’essi, che contrastano con il rosso fuoco delle pinze freno Brembo. Sul tetto il marchio Renault Sport e lo stripping che simbolizza la pixelizzazione della Losanga, motivo grafico comune con la Formula 1 R.S.16

Pesce d’aprile
Il 1°aprile degli scherzi assurdi, le notizie senza senso a far sfida a chi le prende sul serio, è una consuetudine in molti Paesi. Ma i primi giri di ruota sul circuito di Montlhéry non sono uno scherzo. Tutti i dati confermano le proiezioni del capitolato di progetto; un equilibrio soddisfacente e le temperature come previsto. Il debugging va bene, ma non basta. Al Centro Tecnico di Lardy ci si prende cura del motore. Prove sul banco climatico a rulli consentono di verificare e validare il comportamento a vari parametri. Per non rischiare nessun errore sono gli stessi ingegneri di sviluppo di Mégane R.S 275 Trophy-R a curare la questione. Loro sono Jean-Sébastien Robert e Frédéric Laurent. Passano altri 10 giorni e il team si sposta sulle piste del Centro Tecnico di Aubevoye in Normandia. E’ qui che si testano in gran segreto tutti i prototipi della Casa.

La scelta dei pneumatici cade sui Michelin Pilot Sport SP2. Un dettaglio stabilito sin dall’inizio del progetto e che consente al pilota di sviluppo di Renault Sport David Praschl di concentrarsi subito sul set-up ideale. Si lavora sulle opzioni classiche come la rigidità delle molle, la taratura degli ammortizzatori con i giusti valori di estensione e compressione, la regolazione delle barre antirollio
[blockquote text=”Il circuito di Aubevoye consente di lavorare nelle vicinanze della nostra base di Les Ulis, in buone condizioni e in totale riservatezza. Abbiamo scelto un tracciato che prevede tutte le difficoltà: un tratto accidentato per lavorare sulla verticalità, larghe curve per testare la tenuta di strada, una curva a gomito per verificare la motricità. Abbiamo anche utilizzato l’anello di velocità, per studiare la stabilità a oltre 200 km/h” signature=”David Praschl”]Anche i membri del team di pre-progetto sono a bordo pista. Devono verificare la pertinenza delle scelte effettuate e raccogliere dati per anticipare future, eventuali, evoluzioni. Insieme a loro i motoristi controllano le prestazioni del 2 litri turbo; temperature operative e i mille dettagli di un cuore pulsante che deve promettere forza e potenza per questa spettacolare R.S 16.
Tre giorni di pista, sufficienti per iniziare a portare a casa una mole di dati utili per cominciare l’ultima parte dello sviluppo, dedicata al fine tuning. Perché anche se è una concept car, non si sa mai.
A Les Ulis il muletto viene smontato pezzo per pezzo, la verifica degli organi è minuziosa. A fine mese, il 28 aprile, una seconda sessione di prove per giungere alla delibera finale dell’intero pacchetto con, alla guida, David Paschi, un altro pilota di sviluppo del progetto. La Clio R.S. 16 è una realtà.
[blockquote text=”Al volante, Clio R.S.16 si è rapidamente rivelata molto dinamica, grazie alle qualità del telaio e dei pneumatici Michelin. L’incremento della coppia è ben sopportato dall’avantreno ad asse indipendente, ma non è una sorpresa perché si tratta di una tecnologia sviluppata da Renault Sport da una decina d’anni. Dovendo paragonare Clio R.S.16 a Mégane R.S. 275 Trophy-R, direi che l’inerzia è minore su Clio. È logico, perché l’auto è più compatta, ed è quindi più facile da controllare per qualunque conducente. L’agilità e la progressività di Clio R.S.16 mi ricordano Clio III Cup, un modello molto apprezzato dai piloti in gara. È anche molto sicura, grazie alla sua stabilità e all’efficacia dell’impianto frenante. C’è davvero di che divertirsi al volante! E ora, bisogna utilizzare il cronometro per dimostrare che si tratta della più prestazionale delle Renault Sport” signature=”David Paschi “]Magari un attacco ai record del Nordschleife per la categoria delle auto a trazione anteriore?
Il lungo fine settimana del Gp di Montecarlo, come da programma, la Clio R.S. 16 viene presentata. E’ Kevin Magnussen a portarla in giro per il tracciato del Gran Premio, ma non è sola. E’ accompagnata da tutta la dinastia Renault Sport: la Renault 5 Turbo, la Clio V6, la Renault Sport Spider, la Mégane R.S.26-R e la Mégane R.S. 275 Trophy-R. Una parata di auto che rappresentano la passione per il pilotaggio e il DNA incontestabile di Renault. Tra i costruttori generalisti quello che può vantare più di tutti gli altri, la sua forte connessione con il mondo e la storia del motorsport.