Aston Martin ha una idea: affrontare in anticipo possibili restrizioni future sul’utilizzo delle auto storiche mettendo a punto un powertrain elettrico al posto del motore originale. Geniale?
[dropcap]I[/dropcap]l mondo delle auto d’epoca è una realtà in costante crescita. Non è solo una questione di investimento e speculazione, ma le auto d’epoca rappresentano per moltissimi l’occasione di vivere esperienze di guida che le auto moderne stanno offrendo sempre di meno. Ma che succede con regole di circolazione che stanno diventando sempre più stringenti? Aston Martin anticipa i tempi con una soluzione audace.Questo programma è concepito come parte integrante della più ampia strategia di elettrificazione di Aston Martin e l’idea di elettrificare anche il patrimonio storico della Casa parte da Aston Martin Works a Newport Pagnell. L’idea è quella di trasformare l’auto storica a zero emissioni attraverso il montaggio di una “cassetta” all’interno della quale troviamo motore e batterie.
Ricordate le mitiche cassette di elaborazione dell’Abarth degli anni ’60? Bene, una cosa completamente differente, tanto intrigante, tecnologicamente parlando, quando asettica come idea. Ma andiamo avanti.
La conversione EV di Aston Martin Works utilizza le conoscenze acquisite con lo sviluppo di Rapide E e la pianificazione futura della nuovissima gamma di Lagondas. Questa “cassetta” utlizzerà alcune componenti del programma Rapide E
La prima vettura a ricevere il nuovo powertrain EV è un DB6 Volk originale MkII del 1970. La “cassetta” utilizza lo spazio ed i supporti originali del motore e del cambio ed il collegamento esterno dei vari cavi di uscita si collega ai sistemi elettrici dell’auto. Il pannello di gestione dove si monitora e si gestisce la potenza e la gestione in generale viene adattato discretamente agli interni della vettura.
Questo intervento è reversibile. Nel rispetto del significato storico della vettura, la conversione è in sintonia con l’integrità del modello originale ed è prevista la possibilità di ripristinare il powertrain originale. Una
Dato il significato storico di queste vetture da collezione, è vitale che qualsiasi conversione EV sia in sintonia con l’integrità della vettura originale. Il sistema a cassette offre la soluzione perfetta, offrendo ai proprietari la sicurezza di sapere che la loro auto è a prova di futuro e socialmente responsabile, pur rimanendo un’autentica Aston Martin con la possibilità di ripristinare il powertrain originale, se desiderato.
[blockquote text=”Siamo molto consapevoli delle pressioni ambientali e sociali che minacciano di limitare l’uso delle auto classiche negli anni a venire. Il nostro piano del secondo secolo non comprende soltanto i nostri modelli nuovi e futuri, ma protegge anche il nostro patrimonio prezioso. Credo che questo non solo renda Aston Martin unica, ma un vero leader lungimirante in questo campo” signature=”Andy Palmer | Presidente Aston Martin Lagonda e Chief Executive Officer “]Ma la domanda è …
L’Aston Martin lo sottolinea: questa è una soluzione reversibile, se si desidera il proprietario può ripristinare le condizioni originali della vettura. E la questione è proprio in questo passaggio: una DB6 elettrica non è originale, è una replica modernizzata. Vi ricordate la Jaguar E-Type elettrica? Questa Aston Martin è diversa, ma appartiene alla stessa famiglia … delle repliche. Uno splendido esemplare storico deve rimanere tale, sostituirne il motore perché magari posso utilizzarla quanto voglio, vuol dire togliermi la metà del piacere dell’esperienza di guida e questo senza considerare il sottile, sostanziale affronto che si fa alla sua storia, al significato tecnico, alla testimonianza di quel momento. Un ricco collezionista (Jaguar non ha dichiarato il costo medio di questo intervento, ma certamente non si tratta di una manciata di mille euro) se vuol guidare moderno e “rispettoso” acquista una Jaguar I-Pace non va a snaturare un oggetto straordinariamente ricco di storia e di piacere.