Superbollo. L’idiozia di una tassa che fa danni, ma che nessuno vuole vedere. Tra i politici ovviamente. Perché cifre oggettive, sul fallimento e sui danni che questa sciagurata, inutile, ideologica tassa ha fatto in questi anni, sono state fornite più volte. La presentazione della terza edizione del Salone dell’Auto di Torino Parco Valentino ha ospitato una tavola rotonda in cui UNRAE ha dimostrato e confermato il fallimento totale di questa legge.
[dropcap]V[/dropcap]e lo ricordate il superbollo vero? Chi può dimenticarsi una delle tasse più idiote, inutili e dannose che siano state fatte? Il bello, anzi, il brutto è che è ancora in vigore e i danni, oggettivi perché misurati, sta continuando a farli.I DETTAGLI DEL SUPERBOLLO
Ma prima di vedere un po’ di numeri che sono stati presentati ieri da UNRAE, facciamo una breve ripasso: era la fine del 2011, il Paese nuotava in mezzo ad un guado pericolosissimo per la tenuta delle finanze pubbliche, l’incubo quotidiano si chiamava spread, il differenziale di rendimento che misurava i nostri Titoli di Stato a 10 anni rispetto ai Bund tedeschi. Ogni giorno si allargava sempre di più anche perché eravamo sotto un attacco speculativo, ma tant’è. Nella disperata ricerca di finanza, l’allora Governo Monti ti tira fuori questa chicca inserendola nel decreto Salva Italia: un superprelievo sui beni di lusso che, a partire dal 1 gennaio del 2012, avrebbe colpito tutte le auto con potenza superiore ai 185 kW con un’addizionale erariale di 20 €. E siccome Tremonti, qualche mese prima, aveva già inserito questo balzello per le auto oltre i 225 kW (10 €), per queste soglie di potenza il prelievo raddoppiava. Il legislatore, bontà sua, previde una riduzione del superbollo dopo cinque, dieci e quindici anni dalla data di costruzione del veicolo, rispettivamente al 60%, 30% e 15%. Dopo i 20 anni la tassa non era più dovuta. Questo è il quadro, ancora in vigore, di questa norma. Dopo oltre quattro anni, dalla sua introduzione, quali sono stati gli effetti in termini di cifre?
L’ottima relazione dell’UNRAE evidenzia da subito gli obiettivi del Governo Monti: generare un maggior gettito fiscale di € 168 Mio/anno. La relazione tecnica stimava un parco circolante, sopra i 185 kW, di 212.00 unità. Alla fine non è andata proprio così!
Entrata in vigore | Importo | Note |
6/7/2011 | 10 € / kW > 225 kW | Addizionale retroattiva su tutto l’immatricolato 2011 |
1/1/2012 | 20 € / kW > 185 kW | Sul circolante a scalare per fasce di 5 anni di età |
CALO DELL’IMMATRICOLATO NUOVO
Immatricolato Anno | > 185 kW (a) | Industria (b) | Peso (a/b) |
2011 | 18.467 | 1.749.092 | 1,1% |
2012 | 12.005 | 1.402.977 | 0,9% |
Δ ’12 vs. ’11 | – 35% | – 19,8% | -0,2% |
2014 | 12.359 | 1.360.453 | 0,9% |
Δ ’14 vs. ’11 | – 33,1% | – 22,2% |
CALO DEL FATTURATO
Fatturato Annuo ( € ) | Totale |
2011 | 1,42 Mdi € |
2012 | 0,87 Mdi € |
Δ | – 38,7% |
2014 | 0,96 Mdi € |
Δ ’14 vs. ’11 | – 32,5% |
CALO DEL PARCO CIRCOLANTE > 185 kW
Periodo | Circolante (Fonte ACI) | Variazione vs. Dic. ’11 |
a Dic. ’11 | 217.000 | |
a Giu. ’12 | 208.000 | -4% |
a Dic. ’12 | 198.000 | -9% |
a Dic. ’13 | 187.000 | -14% |
a Dic. ’14 | 183.000 | -16% |
AUMENTO DELL’EXPORT
Periodo | Esportazioni | Δ vs. 2011 |
2011 | 13.497 | |
2012 | 28.966 | + 115% |
2013 | 21.234 | + 57% |
2014 | 15.371 | + 14% |
L’analisi dei dati evidenzia che, dall’uscita dalla crisi nel 2015, un modesto recupero dell’immatricolato per le auto superiori a 185 kW con un +3,8% nel 2016 rispetto all’immatricolato 2011. Il parco circolante cala, dal 2011, per riprendersi in parte quando le immatricolazioni superano radiazioni ed export con quest’ultimo dato che inizia ad esaurirsi, dopo il suo picco nel biennio 2012-2013, semplicemente perché si è quasi tutto esaurito il parco interessante da destinare ad altri mercati.
LA SINTESI DI QUESTO STUDIO
Dai dati dell’UNRAE si evidenziano poche, ma precise indicazioni: un fatturato complessivo che si è perso e, conseguentemente il suo gettito fiscale. Un danno incalcolabile ad una eccellenza motoristica italiana. Oltre al calo delle vendite e delle immatricolazioni bisognerebbe calcolare il calo dell’indotto allargato generato da questo segmento. Questa sofferenza dell’intera filiera ha generato perdita di competenze commerciali e tecniche che si sono, in molti casi, riciclate in altri settori ad alto valore aggiunto. La soluzione? Esiste ed è l’unica: eliminare il superbollo. Questo comporterebbe aumento delle vendite, ripresa del settore definitiva e aumento del gettito fiscale.
Nel corso della conferenza stampa questi sono stati gli interventi a supporto di questo studio da parte di dirigenti del settore auto.
EUGENIO BLASETTI (Press Relations Manager Mercedes-Benz)
C’erano una volta in Italia le auto potenti. Rosse, Argento, Blu e Nere. Le vedevi, le sognavi, le compravi usate di seconda, terza o quarta mano. Perché la passione ti divorava. E c’erano i meccanici maghi. Ricordo quello di una concessionaria di Roma che aveva il camice bianco. Era burbero, severo ma umano e quando la mia auto vecchia ma potente ebbe un problema serio, me lo risolse prendendo il costosissimo pezzo da un’auto incidentata.
Questo oggi è sparito, almeno in Italia. Perché le auto potenti nuove se ne vendono poche in Italia. Quelle irraggiungibili, da collezione, e quelle poche che si vendono dopo il primo proprietario, dopo quattro anni, se ne vanno all’estero. E i maghi hanno cessato l’attività o si dedicano alle utilitarie. Perché pochissimi possono permettersi di mantenerle.
E questo ha un responsabile: il superbollo del 2011 del Professor Monti. Pur avendo quest’ultimo ammesso di averlo introdotto per motivi simbolici e oggi anacronistici, è ancora qui. Ma, direte, oltre ad aver ucciso le auto potenti e massacrato l’indotto e l’artigianato che ci gravitava attorno, il Superbollo ha finanziato le disastrate finanze italiane tassando maggiormente quelli con la maggior capacità contributiva. (Così dice la nostra bella Costituzione.)
E invece no. Ha portato meno soldi all’erario, i ricchi hanno pagato meno tasse e sperperato valore italiano svenduto all’estero. Quindi, l’appello che lancio è: Fate pagare più tasse ai ricchi, e un po’ anche agli appassionati. Sostituite il superbollo con un’imposta di immatricolazione pari al 3-5% del prezzo. In modo che il secondo proprietario ne paghi la metà ed il terzo un quarto (secondo la logica del valore residuo). E se il flusso di cassa non è sufficiente aumentate questo valore per i primi anni per poi ridurlo. Tornerete a far sognare gli italiani che sono orgogliosi di vivere nel paese di Ferrari, Maserati, Lamborghini e Alfa Romeo. E riaccenderete le discussioni a scuola e nei bar o nei circoli sportivi su chi fa meglio le auto tra Modena e Stoccarda.
LIDIA DAINELLI (Direttore Comunicazione Jaguar Land Rover)
Rappresento due brand premium, Jaguar e Land Rover, che naturalmente hanno risentito piu’ di altri dell’introduzione del superbollo su tutta la fascia alta/prestazionale delle rispettive gamme.
La forma con la quale la tassa è stata concepita ha di fatto distrutto in Italia un segmento che rappresenta il fiore all’occhiello dell’automotive e ha generato un danno per tutto il comparto automobilistico. Tale danno ha un duplice aspetto, direi pratico e “filosofico”.
Il superbollo per le auto più potenti è stato e continua a essere improduttivo per lo Stato: ha generato una serie di fenomeni a catena tra cui un calo verticale delle vendite sopra i 185KW, l’aumento delle esportazioni di auto usate, mentre quella parte alta del segmento avrebbe potuto generare un importante gettito fiscale per lo Stato e quindi un impulso positivo all’economia.
L’altro aspetto è direi più di cuore: in Italia vige ancora l’emozione data da una bella vettura prestazionale, il desiderio, la passione nell’acquistarla e guidarla: la vettura diventa un po’ l’immagine, l’identità dell’acquirente. Questa sovrattassa che voleva colpire i super ricchi ha invece danneggiato lo slancio del possesso di un oggetto desiderato. Potete immaginare come può colpire a livello emozionale Jaguar che ha come DNA di brand the Art of Performance!
PIETRO INNOCENTI (Direttore Generale Porsche Italia)
In bocca al lupo a Parco Valentino per questa terza edizione e grazie per aver riacceso i riflettori sul tema del superbollo, con l’auspicio che la politica riesamini con serenità una legge che si è dimostrata non solo inefficace ma anche dannosa per l’erario e l’occupazione.
ROMANO VALENTE (Direttore Generale UNRAE)
I dati che abbiamo mostrato sono in grado di raccontare meglio di qualsiasi considerazione quello che ha significato il Superbollo, ovvero la perdita di fatturato, di gettito fiscale, la sofferenza di un’area dell’eccellenza tipicamente italiana, e abbiamo anche messo in difficoltà competenze commerciali e tecniche difficilmente rinnovabili. Se si eliminasse il Superbollo ci sarebbe, quindi, un maggior gettito fiscale.
ANDREA LEVY (Presidente Parco Valentino)
Parlo da appassionato di automobili sportive che coltiva questa passione da quando era giovane. I riflessi di questa tassa parlano di perdite per le casse dello Stato dimostrate dai dati oggettivi, ma non parlano di quanto abbiano influito su una passione che si spegne. Perché il Superbollo ha evidentemente ridotto la possibilità per i giovani di acquistare un’auto sportiva usata, considerando che nel giro di pochi anni i costi di gestione della vettura eguaglierebbero o supererebbero il valore dell’auto stessa.
(Foto di apertura: EVO Magazine)
4 commenti
Ragazzi l’articolo è sbagliato. La riduzione in base all’anno del veicolo è stata introdotta fin da subito dal governo Monti e Renzi non c’entra per niente.
Marco hai ragione, ho verificato ed è come tu hai segnato. Stamattina avrei scommesso casa 😉
Monti Monti Monti, vi ricordo che chi si è inventato questa stupida, dannosa, inutile e vergognosa tassa è stato il duo Berlusca-Tremonti, poi siccome era stupida dannosa, inutile e vergognosa quelli della sinistra han pensato bene di aumentarla finanche, insomma l’ idiozia in itaGlia è bipartisan -_-
poi siccome al peggio non c’è mai fine, qualcun’ altro, dopo, ha pensato bene di portare l’ esenzione delle ventennali da 20 a 30 anni, anche per chi era già in esenzione, e non dimentichiamoci che paghiamo il “normale” bollo più alto d’ Europa.