Urbanizzazione, collettivismo, tecnologia intelligente. Tre tendenze che stanno ridisegnando la logica della mobilità. Nuovi modi di muoversi che rappresentano per l’auto una concorrenza diversa e più complessa da interpretare. Allearsi o combattere?
Nella prima puntata abbiamo parlato di smart city, mobilità elettrica, emissioni, grandi temi che abbracciano argomenti centrali allo sviluppo delle città moderne. Si sposta il baricentro delle attenzioni spontanee del grande pubblico, l’auto sembra perdere la forza evocativa nei più giovani, che vedono nella mobilità condivisa la migliore e più razionale risposta alle loro esigenze. Contemporaneamente viviamo l’epoca delle nicchie, dove un numero più contenuto, ma egualmente importante, può rifugiarsi per vivere passioni e visioni e al quale i Costruttori si rivolgono con molta attenzione perché è spesso nelle nicchie che riescono a conservare quella identità di Marchio che la produzione su larga scala tende a far perdere.
INDUSTRIA TECNOLOGICA E AUTO. SEMPRE PIU’ INTEGRAZIONE
Sul programma di produrre una vettura in proprio targata Apple (Progetto Titan) o Waymo per quel che riguarda Google si è letto e sentito in giro tanto. Negli ultimi anni, però, sono passati da un approccio “veniamo nel vostro campo per farvi vedere come si fa” a più miti consigli dopo essersi resi conto che l’auto non è solo un pezzo di ferro, che costruirle non è solo una questione di soldi, ma è una cosa maledettamente complessa che i Costruttori fanno da 100 e più anni. Meglio puntare a programmi di partnership tecnologico legato a settori più affini come guida autonoma e trazione elettrica.
Ci sarà una rivoluzione nella mobilità, questo è certo. Se pensiamo che solo una quindicina d’anni fa il concetto di smartphone non esisteva, entro una decina d’anni lo scenario della mobilità sarà molto differente: ci sarà un decollo definitivo della guida autonoma? Probabilmente sì, certamente in condizioni specifiche si potranno vedere auto che camminano da sole. In questo la collaborazione con i grandi player della tecnologia sarà cruciale: la quantità di informazioni che si raccolgono dai nostri dispositivi e che vengono gestite da Google e Apple, è stratosferica e tutte verranno messe al servizio dei dispositivi di navigazione, la guida predittiva avrà uno sviluppo impressionante. I flussi di traffico potranno essere razionalizzati a tutto vantaggio delle emissioni globali e del tempo complessivo a disposizione.
Attenzione però, perché tutto questo rappresenterà per le case automobilistiche una sfida da gestire con molta attenzione perché è un ulteriore colpo al concetto di proprietà. Perché?
Sono tre le tendenze: urbanizzazione, collettivismo e tecnologia intelligente. Le metropoli moderne tendono a non avere un vero e proprio centro definito, il traffico è in molti casi poco pianificabile, i modelli di viaggio non sembrano sempre soddisfatti dal trasporto pubblico e, all’interno di questo scenario, ecco ritornare il concetto dell’economia della condivisione che, al netto di quanto potrà accadere dopo questa pandemia, sembra rispondere più efficacemente alle esigenze di una mobilità privata mordi e fuggi. Una modalità, quella del car sharing, di cui ho dato dei numeri nella precedente puntata, che, per chi si muove prevalentemente in ambiente urbano, costa anche molto di meno rispetto ad una vettura di proprietà.
Se questa è la macro-tendenza, come possiamo verificarla e comprendere se i modelli supposti sono credibili e, ancora, come possiamo registrare i cambiamenti portati da una modifica urbanistica e i suoi riflessi sulla tipologia di mobilità?
Ecco che, ancora una volta, la tecnologia si integra con il mondo dell’auto. L’analisi intelligente dei big data ci aiuterà a dare una risposta a molti di questi problemi a livello sistema, perché possiamo iniziare a raccogliere e analizzare quei dati, su vasta scala, che ci permettono di comprendere, oggettivamente, l’impatto che le soluzioni legate alla gestione del traffico, alla progettazione urbana, stanno avendo.
L’auto moderna è e sarà sempre di più complice fondamentale di questa raccolta. Come? Con i sensori. Le auto di oggi ne sono cariche, ma sono attualmente sfruttati in una minima parte. Molte di queste informazioni ancora non vengono né catturate, né analizzate, né … monetizzate. Ed in questa cosa un’azienda come Google è particolarmente brava.
Gli sviluppi dell’intelligenza artificiale avranno un impatto notevole su questo settore così come quello della guida autonoma. Come in tutte le tecnologie esponenziali, sarà solo una questione di tempo.
Il futuro delle auto sportive e del piacere di guida
Guida autonoma, mobilità elettrica, smart city, big data, tutti argomenti coinvolgenti perché ridisegnano letteralmente un futuro sempre più connesso ed interdipendente, ma in tutto questo il piacere della guida tradizionale, quello delle prestazioni e dell’auto sportiva rimarrà o sarà destinato ad un tramonto ineluttabile?
La questione la proporrei così: i Marchi che sono strettamente legati al concetto di sportività e prestazioni non potranno mai permettersi di tradire le proprie fonti di valore. I Marchi generalisti, ma che hanno sempre proposto declinazioni sportive dei loro modelli, non possono permettersi di abdicare perché la sportività è una potentissima variabile di differenziazione e posizionamento.
Questo vuol dire che continueremo a vederle prodotte per un target sicuramente ristretto, ma molto importante per ogni Costruttore perché spontaneamente attivo nel parlare del prodotto e del Marchio e quindi fortemente in grado di influenzare i comportamenti di acquisto nel loro sistema di relazioni. Saranno magari elettrificate, più potenti, forse più costose, ma sarà un segmento che rappresenterà sempre il fiore all’occhiello di qualsiasi Marchio generalista. Chi ama guidare, potrà stare tranquillo.